Volume 3: Epilogo

I Semi del Caos

Introduzione

“Che seccatura…”

Erano da poco passate le sette del mattino del settimo giorno d’esame, proprio all’ora in cui i gruppi avrebbero dovuto dirigersi verso la prima area designata del giorno. In quel momento, però, Ichinose Honami emise un profondo sospiro guardando l’orologio al polso destro.

Il cielo nuvoloso si estendeva sopra di loro; sembrava che potesse iniziare a piovere da un momento all’altro.

“Ichinose, si è davvero rotto?”, chiese Shibata Sō, uno degli altri membri del suo gruppo, scrutando il suo orologio.

“Sì. Sembra che sia fuori uso. Credo che sia successo stamattina, quando sono caduta lungo il fiume e ho colpito quella roccia.”

Ichinose aveva già provato a resettare l’orologio dopo aver scoperto il suo malfunzionamento. Tuttavia, la funzione GPS e il cardiofrequenzimetro non funzionavano ancora. Nemmeno sul tablet veniva visualizzato nulla quando cercava di confermare la sua posizione attuale. Con un orologio malfunzionante non sarebbe riuscita a guadagnare punti, né dalle aree designate né dai Task. Lasciare l’orologio così com’era e continuare l’esame non l’avrebbe portata da nessuna parte.

“Credo che dovremmo ringraziare il fatto che non eravamo dall’altra parte dell’isola”, disse Shibata.

“Sì, su questo hai ragione.”

Ichinose e i suoi compagni di squadra si trovavano da qualche parte nella parte sud-ovest dell’area E6. Era possibile tornare all’area di partenza camminando per circa due ore, ma sarebbe stato pericoloso per lei tornare indietro da sola mentre la funzione GPS non era utilizzabile.

“Per il momento, sembra che non avremo altra scelta che tornare indietro.”

Shibata sembrava un po’ infastidito, ma non stava affatto criticando Ichinose per quello che stava accadendo.

“Ma…”

La loro prima area designata era l’area D5, il che significava che per raggiungerla avrebbero dovuto muoversi nella direzione esattamente opposta al porto nel punto di partenza. Se fossero tornati indietro all’area di partenza, non solo avrebbero perso il prezioso Bonus di Arrivo, ma non avrebbero nemmeno potuto ottenere il Bonus del Mattiniero. Anche se Ichinose capì che dovevano tornare indietro, guardò le tre persone dietro di lei, che stavano aspettando di partire.

“Beh, visto che il suo orologio non funziona, credo che non abbia altra scelta che tornare indietro. Vero, Masumi-chan?”, disse Ninomiya, compagna di classe di Ichinose, annuendo.

“Se parte adesso adesso, potrebbe riuscire ad arrivare in tempo alla terza area designata”, disse Kamuro.

Nessuno mostrò il minimo segno di disapprovazione o di riluttanza all’idea di tornare indietro. Ichinose era contenta che avessero capito, ma allo stesso tempo si sentiva terribilmente dispiaciuta per i suoi compagni di squadra. Due giorni prima, il quinto giorno dell’esame, il gruppo di Ichinose si era classificato al primo posto in un Task che aveva permesso loro di aumentare le dimensioni del gruppo, consentendo di assumere altre tre persone. Il giorno seguente, avevano usato la funzione di ricerca GPS per trovare e incontrarsi con il gruppo di Hashimoto, solo per poi trovarsi in difficoltà oggi.

“Scusate ragazzi. Tornerò sicuramente in tempo per la terza area.”

Ora che avevano deciso cosa fare, Ichinose doveva muoversi rapidamente per poter tornare dai suoi compagni di squadra il prima possibile.

“Beh, credo che resterò con Ichinose e mi assicurerò che arrivi a destinazione.” 

Dopo l’auto-invito di Shibata, Ichinose si preparò e insieme, i due partirono verso sud.

“Mi dispiace molto, Shibata-kun, per averti fatto venire con me.”

“Ehi, gli incidenti capitano, non è un problema. Non facciamone un dramma.”

“Sì, credo che tu abbia ragione.”

Dopo aver camminato per circa un’ora, Ichinose e Shibata riuscirono a raggiungere l’area E9, costeggiando il fiume. Nel momento in cui videro la spiaggia sabbiosa, poterono vedere che il punto di partenza si stava avvicinando.

“Stiamo andando a un ritmo molto più veloce di quanto pensassi. Le cose si stanno mettendo bene”, dichiarò Shibata.

Tutto ciò che dovevano fare ora era spingersi verso ovest e sarebbero arrivati al porto. Anche se avessero preso tempo e si fossero mossi lentamente, avrebbero impiegato meno di trenta minuti per raggiungere la loro destinazione. Tuttavia, questo significava che il viaggio di ritorno dalla loro posizione attuale avrebbe richiesto circa un’ora.

“Shibata-kun, perché non ti dirigi verso la prossima area designata da qui?”

“Ehi, non è sicuro per te andare lì da sola anche da così vicino, sai? È come un labirinto in questi boschi, è facile perdersi. Inoltre, anche se è giorno, sembra piuttosto nuvoloso e la pioggia potrebbe…”

Si interruppe guardando il cielo. Erano ormai le otto del mattino. Non aveva ancora iniziato a piovere, ma non si sapeva quando il tempo sarebbe peggiorato.

“Sì, capisco che è pericoloso. Ma da qui dovrei riuscire a tornare al porto senza perdermi. Se vogliamo raggiungere i gruppi in testa alla classifica, non possiamo permetterci di perdere nemmeno un punto. Inoltre, se dovesse iniziare a piovere, nessuno di noi potrebbe riuscire a raggiungere gli altri.”

Ichinose sottolineò con forza che era importante per loro essere avidi di punti in questo esame; avevano bisogno di ogni punto che potevano ottenere.

“Poi, tutto quello che devo fare è solo andare dritto da qui.”

Per lo meno, Ichinose voleva che Shibata tornasse rapidamente in campo per guadagnare punti per il gruppo. Essendo quella che stava trattenendo tutti, voleva semplicemente ridurre al minimo il peso.

“…Va bene. Ma non fare nulla di avventato, ok? Se inizia a piovere, non avere fretta. Aspetta che finisca, capito?”

“Ho capito. Non farò nulla di avventato. Se mi facessi male e venissi eliminata dall’esame, non ci sarebbe da ridere.”

Ichinose salutò Shibata, esortandolo a tornare indietro per incontrare Hashimoto e gli altri. Poi, ricordando le indicazioni che Shibata le aveva dato, Ichinose si incamminò nel bosco. Anche se sapeva che non sarebbe riuscita a tornare in tempo per la prossima area designata, avrebbe sicuramente cercato di arrivare alla terza area. Questa forte determinazione era ciò che la spingeva ad andare avanti. I suoi piedi si muovevano più velocemente dei suoi pensieri per evitare di perdere tempo.

Non vide nessuno mentre procedeva, quindi pensò che non ci fosse nessuno in quest’area. Pensava di poter chiedere aiuto a qualcuno in caso di emergenza, ma forse era troppo ottimista. Dopo aver camminato nel bosco per circa dieci minuti, la visibilità stava rapidamente peggiorando. La causa era chiara. Le nuvole grigie sopra di lei stavano diventando ancora più grandi.

Sebbene Ichinose avesse intenzione di camminare in linea retta verso la sua destinazione, i fitti alberi le sbarrarono il cammino senza pietà. Quando un sentiero era bloccato, lo abbandonava e ne prendeva un altro. Ma uno dopo l’altro, gli ostacoli continuavano a bloccarle la strada, ogni sentiero era insidioso come il precedente. Costretta a scegliere sempre nuovi percorsi, cominciò a perdere la fiducia di poter proseguire in una direzione.

“Perché sembra che tutto stia andando male, per qualche motivo…?”

Anche se rideva di sé stessa in modo autoironico, non aveva altra scelta che proseguire. Dopotutto, il porto avrebbe dovuto essere a poche centinaia di metri, senza dubbio. Dopo aver continuato a camminare per una ventina di minuti, Ichinose si fermò, completamente incerta sul da farsi. A meno che non avesse sbagliato strada, a quest’ora sarebbe dovuta arrivare al porto.

 “Oh, cavolo, ma che diavolo sto facendo…?”

Tirò fuori il tablet e cercò di controllare la sua posizione attuale, ma di certo non la riusciva a vedere sulla mappa. Anche se si fosse voltata e fosse tornata indietro per la strada che aveva percorso, avrebbe potuto facilmente finire per perdersi ancora di più.

Ichinose non era di solito il tipo di persona che prendeva decisioni affrettate. Tuttavia, da quando la sua classe era stata retrocessa alla sezione C, cominciava a sentire l’impazienza che le saliva dentro. Mentre lottava con questi sentimenti, era riuscita a formare un gruppo formidabile, su suggerimento del leader della 2-A, Sakayanagi. Quindi, per dimostrare che si trattava di una collaborazione alla pari, doveva dimostrare di cosa era capace. Stava perdendo fiducia nel suo senso dell’orientamento, ma doveva continuare a mettere un piede davanti all’altro. Alzò la gamba destra, facendo un altro passo, come per dire ai pensieri ansiosi dentro di lei dove andare.

Proprio in quel momento, le sembrò di sentire un debole rumore provenire da più avanti. Per un attimo Ichinose quasi si abbandonò a un grido di gioia, ma non poteva escludere che si trattasse di un animale selvatico. Poi, pensando che non avrebbe perso molto tempo anche se fosse andata a controllare, si diresse silenziosamente nella direzione del rumore. Alla fine vide qualcosa.

Erano Tsukishiro, il direttore provvisorio, e Shiba, il coordinatore della 1-D. Vedendoli, Ichinose tirò un profondo sospiro di sollievo. Pensava di poter chiedere loro da che parte fosse il porto. Tuttavia… si rese subito conto che si trattava di un’ingenuità. Per quanto accidentali fossero tutte le cose che le erano capitate, era ancora nel bel mezzo di un esame speciale. Era meglio non dare per scontato che le avrebbero dato una risposta se avesse detto loro che si era persa e che sperava di ottenere indicazioni.

Sarebbe stato un conto se l’orologio si fosse guastato per qualche errore interno, da solo, ma si era rotto a causa della sua caduta. Questo rendeva il problema ancora più grave. Se le avessero detto che si trattava di una sua mancanza e che doveva essere responsabile per se stessa, questo prezioso filo di salvezza le sarebbe sfuggito dalle dita. Voleva trovare un modo per aggrapparsi a quel filo.

Le venne in mente un pensiero: che forse sarebbe stato meglio seguirli e basta. L’ideale sarebbe stato tornare all’area di partenza da qui, ma se invece avessero finito per dirigersi verso un luogo di un Task imminente, altri studenti si sarebbero presentati prima o poi. In ogni caso, seguendoli, probabilmente sarebbe riuscita ad evitare lo scenario peggiore.

Decise di seguirli, ma abbastanza lontano da non essere vista.

Pensò che non l’avrebbero notata facilmente, visto che stavano conversando mentre camminavano. Anche nell’improbabile caso in cui l’avessero notata, non sarebbe stato un problema se avesse finto ignoranza. Anche le voci normali si sentivano bene nel bosco silenzioso.

“Ti ho chiesto di confermare se siamo in grado o meno di agire liberamente. Allora?”

“Difficile. Ho colto dei segnali che indicano che gli altri insegnanti ci stanno monitorando. Mashima sembra essere particolarmente diffidente nei nostri confronti, a quanto pare…”

Ichinose non era interessata a origliare. Poiché era concentrata a seguirli, prestava attenzione solo a metà a ciò che dicevano.

“Oh, e oltre a lui, c’è un altro personaggio sospetto. Chabashira, la coordinatrice della 2-D. Stava controllando tutti i registri.”

“Suppongo che questo sia dovuto al fatto che coinvolgere gli insegnanti era una delle poche opzioni possibili che gli rimanevano. Che si tratti di Chabashira-sensei o di Mashima-sensei, non ho dubbi che ci sia un legame con Ayanokōji-kun. Non sarebbe sorprendente se Ayanokōji-kun conoscesse la verità, visto che era presente all’epoca.”

La situazione cambiò per Ichinose nel momento in cui nella conversazione venne fuori un nome inaspettato: Ayanokōji. Era un nome che le fece battere il cuore quando lo sentì. Trattenne il respiro, cercando di ascoltare meglio. I due uomini si erano fermati, forse perché era venuto fuori quel nome, ma, dopo una breve pausa, continuarono la loro conversazione.

“Ho già alterato i registri. Non saranno in grado di rintracciare nulla.”

“Grazie per questo. Tuttavia, c’è ancora la possibilità che mettano le mani su qualcosa. Se ciò dovesse accadere, per noi sarebbe finita. Dovremo essere assolutamente certi di metterlo alle strette.”

“Ma sarà davvero così semplice forzare la sua espulsione? Lui è il ─── della White Room.”

“La gente è sempre così presa dai titoli. Lui è solo un ────, questo è ────.”

White Room?

Anche se aveva drizzato le orecchie per ascoltare, non riusciva a capire chiaramente tutto quello che dicevano. Il vento si era improvvisamente alzato, soffocando le loro voci. Tuttavia, il nome di Ayanokōji e la parola ‘espulsione’ le erano rimasti impressi nella mente e non riusciva a toglierli.

Perché il direttore e un insegnante avrebbero dovuto parlare di una cosa del genere? si chiese. Ichinose aveva inconsciamente perso di vista la distanza che avrebbe dovuto mantenere tra lei e i due e si era invece avvicinata gradualmente per cercare di ascoltare un po’ di più ciò di cui stavano parlando.

“Se tiene ── fino all’ultimo giorno, facciamo ─── sparire in I2 ── previsto.”

Ichinose era quasi abbastanza vicina da sentire quello che dicevano. Ma poi accadde qualcosa. Anche se Ichinose aveva fatto del suo meglio per non emettere un solo suono, il direttore provvisorio lanciò un’occhiata acuta alle sue spalle.

Oh, no.

L’istinto di Ichinose si fece sentire e si voltò immediatamente per correre. Tuttavia, il peso dello zaino le impediva di prendere velocità. Con una decisione immediata, slacciò le chiusure dello zaino, se lo tolse e lo scagliò nella boscaglia più forte che poteva. Se avessero raccolto lo zaino, avrebbero potuto capire che si trattava di lei controllando il suo tablet, ma Ichinose era troppo in preda al panico per riflettere su questa decisione.

In ogni caso, pensò che non avrebbero dovuto vederla in faccia. Ma non aveva dubbi che si fossero accorti che qualcuno stava origliando la loro conversazione. Ne era assolutamente certa. Aveva la sensazione che la loro conversazione di poco prima fosse qualcosa che lei non avrebbe mai dovuto sentire. Lo sentiva fortemente, mentre continuava a correre.

Sono sicura di poter scappare…

Se erano laggiù, sono sicura che non avrebbero potuto inseguirmi dopo aver corso così tanto.

Sì, sono sicura che me la caverò. Sicuramente.

Ne sono sicura. Sicuramente. Devo esserlo.

Ichinose sentiva passi veloci e ramoscelli e foglie che venivano calpestati dietro di lei. Non aveva molta fiducia nelle sue capacità fisiche, ma era orgogliosa della sua velocità. Destra o sinistra, non importava. Ichinose continuò a correre, senza nemmeno pensarci, perdendosi completamente e irrimediabilmente nel bosco.

Le persone possono diventare stranamente perspicaci quando vedono qualcosa che non sono destinate a vedere. Era questa sensazione che la faceva muovere.

“!!!”

Ichinose guardava avanti mentre correva, senza prestare attenzione ai suoi piedi. Poiché era così concentrata solo sul sentiero davanti a lei, la sua gamba si impigliò in qualcosa e cadde con forza, ruzzolando a terra. Quando si girò a guardare, vide ciò che probabilmente l’aveva fatta inciampare. C’erano le radici di un grande albero che spuntavano dal terreno. Nonostante sentisse un dolore intenso al ginocchio, cercò di rimettersi in piedi.

Proprio mentre Ichinose si stava rialzando, una grande mano si era aggrappata alla sua spalla sinistra da dietro. Ichinose rimase così scioccata che le sembrò che il cuore si fosse quasi fermato. Incapace di muoversi, si girò spaventata.

“…Se non sbaglio, tu sei Ichinose Honami, della 2-C, vero?” 

Intimorita dal forte sguardo di Shiba, Ichinose sprofondò di nuovo a terra.

“Ah… Ehm… S-sì, è corretto…”

Ichinose, caduta sul sedere, cercò freneticamente di arrampicarsi all’indietro, ma non c’era modo di sfuggire al suo sguardo tagliente. Shiba era in piedi sopra Ichinose e la guardava dall’alto, con gli occhi pieni di un’emozione che lei non riusciva a capire.

“Perché sei qui?”

“E-ehm, beh, sembra che il mio orologio sia rotto, quindi… stavo andando a farlo controllare…”

“Capisco. Ecco perché non ci sono segnali GPS nelle vicinanze. Non importa quanto hai sentito. Anche se erano solo un paio di parole, per te essere coinvolta in questo, beh… significa semplicemente che sei stata sfortunata.”

“Sta… sta dicendo che sarò penalizzata in qualche modo?”

“Non ha niente a che fare con le regole o le sanzioni della scuola. Dobbiamo semplicemente sbarazzarci di te. Immediatamente.”

A quel punto, Shiba cominciò lentamente a raggiungere Ichinose.

“È un po’ prematuro ricorrere a metodi così violenti, Shiba-sensei.”

Tsukishiro li aveva raggiunti, con lo zaino di Ichinose in mano.

“Ah. Le mie scuse.”

Il direttore si rivolse a Ichinose con un sorriso inquietante. “Ora, dunque, ti farò una domanda formale. Che cosa hai sentito?”

“N-non ho sentito nulla…”

Era una bugia, ovviamente. Anche se aveva sentito solo dei pezzi, Ichinose aveva certamente ascoltato parte della loro inquietante conversazione. Ma era sicura che anche se avesse detto loro di non aver sentito nulla, non le avrebbero creduto nemmeno un po’.

“Non sono così ingenuo da crederlo”, disse Tsukishiro, in piedi davanti a Ichinose con uno sguardo indagatore negli occhi. “Come adulti, dobbiamo sempre aspettarci il peggio e agire di conseguenza. Ciò significa che devo partire dal presupposto che tu abbia davvero sentito tutto.” Tsukishiro stava davanti a Ichinose con uno sguardo valutativo negli occhi. E poi, si accovacciò per far coincidere il suo sguardo con il suo. “Per quanto possa essere stato accidentale, hai comunque sentito tutto. Informazioni che non avrebbero mai dovuto raggiungere le tue orecchie, eppure, eccoci qui.”

Shiba, osservando l’evolversi della situazione, guardò Tsukishiro con un certo timore.

“Se la nostra conversazione di prima venisse resa pubblica, sarebbe piuttosto preoccupante sia per Shiba-sensei che per me.”

“Davvero, non ho sentito nul—”

“Non è vero”, rispose con fermezza, interrompendola. “Ti ho già detto che parto dal presupposto che tu abbia sentito tutto, ricordi?”

Sentendo questo, Ichinose non poté fare altro che sussultare.

“Forse dovremmo farti del male finché non te ne ricorderai più, Ichinose-san? E poi farti ritirare, naturalmente.”

Vedendola tremare di paura, Tsukishiro sorrise mentre si rialzava.

“Scherzo. Naturalmente non potrei mai dire una cosa del genere, in quanto incaricato di proteggere questa scuola. Preferirei evitare misure così violente, se possibile. Pertanto, ti faccio una proposta. Se lo dirai a qualcuno, farò in modo che un gruppo composto esclusivamente da studenti della 2-C venga eliminato dall’esame.”

“…!”

“Sarebbe un gruppo che non ha abbastanza Punti Privati per salvarsi, ovviamente.”

In pratica, stava dicendo che si sarebbe assicurato che un gruppo di studenti della sua classe venisse immediatamente espulso.

“Stai pensando che non potrei fare una cosa del genere? In quanto responsabile dell’amministrazione delle regole di questo esame, sarebbe fin troppo facile inventare una giustificazione per farli ritirare. Soprattutto su un’isola così vasta e disabitata come questa, dove la supervisione è impossibile. Non si può dire cosa potrebbe accadere”, disse Tsukishiro, stringendo gli occhi su una Ichinose terrorizzata.

Era il suo modo di chiederle tacitamente: hai capito?

“Direttore provvisorio Tsukishiro, non dovrebbe esercitare l’autorità qui, invece di mostrarle tanta indulgenza? Anche se Ichinose dovesse scomparire, dubito che Chabashira o Mashima se ne accorgerebbero. Quei due si occupano solo di questioni in cui è coinvolto Ayanokōji.”

“Hai certamente ragione. Allora, quale pensa che sia la linea d’azione appropriata in questa situazione, Shiba-sensei?”

Senza pensarci un attimo, Shiba tirò fuori dalla tasca dei pantaloni un paio di guanti di gomma.

“Se lasci a me questa faccenda, mi occuperò di lei.”

Mentre Shiba e Tsukishiro discutevano sul modo in cui si sarebbero sbarazzati di lei, Ichinose non poteva più scappare. Poteva solo aspettare la punizione che l’attendeva. Ichinose non poteva nemmeno immaginare cosa Shiba avesse intenzione di farle dopo aver indossato quei guanti di gomma. Tsukishiro, che stava ancora guardando Ichinose, sorrise gentilmente.

“Beh, preferirei non perdere altro tempo su questo argomento”, disse Tsukishiro, posando lo zaino di Ichinose ai suoi piedi. Poi cominciò a indietreggiare. “Il porto dell’area di partenza è a circa 150 metri di distanza. Per favore, muoviti.”

“S-sissignore…!”

Ichinose, in preda al panico per questa bizzarra svolta degli eventi, si mise in fretta e furia lo zaino, desiderosa di andarsene il prima possibile.

“Dovresti proteggere i tuoi compagni di classe. Non i potenti nemici delle altre classi che ti ostacolano. Tienilo a mente per non dimenticarlo.” 

Ichinose rispose con un leggero inchino, prima di dirigersi rapidamente nella direzione che Tsukishiro le aveva indicato. Shiba la osservò con attenzione fino a quando non sparì dalla circolazione, poi si voltò nuovamente verso Tsukishiro.

“Va bene. Lasciala stare.”

“Sei sicuro che vada bene?”, disse Shiba. Non poteva fare a meno di pensare che lasciarla andare fosse motivo di preoccupazione. “Se parlasse con Ayanokōji, interferirebbe con i nostri piani.”

“Gli imprevisti capitano sempre. In questo caso, dovremo adattarci alla situazione.”

Shiba sembrava ancora in apprensione per quello che sarebbe potuto accadere, non riuscendo a capire quali fossero le vere intenzioni di Tsukishiro.

“Sei davvero così preoccupato? Pensavo di averle dato un avvertimento piuttosto efficace.”

Se Ichinose non avesse mantenuto la promessa, qualcuno sarebbe stato espulso. Anche se si trattava di una semplice minaccia, Ichinose non poteva interpretare le parole di Tsukishiro come uno scherzo. Era il tipo di persona che dava la priorità ai compagni di classe su tutto il resto.

“Qualunque sia il suo rapporto con Ayanokōji-kun, l’eliminazione di un nemico formidabile come lui è il tipo di cosa che le persone della 2-C si augurano. Sono sicuro che la stessa Ichinose-san se ne renderà conto col tempo. Quindi, non perdiamo la testa e stiamo a vedere cosa succede, va bene?”

Proprio in quel momento, una singola goccia di pioggia cadde sulla guancia di Tsukishiro.

“Ero sicuro al 99% che Nanase-san avrebbe fallito, ma sembra che finalmente abbia agito. Se tutto va secondo i piani, l’Avviso di Emergenza di Ayanokōji-kun dovrebbe scattare da un momento all’altro.”

Era completamente calmo, non sembrava nemmeno un po’ affrettato. Era grazie alla sua intransigente convinzione che riusciva a essere così composto.

Parte 1

La pioggia aveva cominciato a scendere più forte. Nanase, dopo essersi presa il tempo di raffreddare la testa e aver finalmente sistemato i propri sentimenti, aprì la bocca per parlare, in tono basso e triste.

“Ho perso io… Ayanokōji-senpai.”

“Posso prenderlo come un finalmente ti sei convinta?”

“Sì. Sembra che, nonostante i miei sforzi, non sia davvero possibile per me batterti, Senpai.”

Essendo stata vista fino in fondo, sembrava rassegnata, come se tutto il rancore e la malizia di prima fossero stati prosciugati. Gestire la situazione senza metterle le mani addosso si era rivelato un successo.

“Se possibile, potresti raccontarmi tutto, nei dettagli? Perché mi hai preso di mira? Le tue ragioni non mi sono chiare e questo solleva molte domande.”

“Mi sembra giusto. Hai il diritto di sapere… No, voglio che tu sappia, Senpai.”

Sembrava che non avesse più la forza di rialzarsi, perché rimase seduta mentre parlava. Anche se i suoi movimenti non sembravano quelli di una persona comune, alla fine non potevo immaginare che fosse una studentessa della White Room. Nanase aveva certamente una forza considerevole. Ero sicuro che sarebbe stata in grado di tenere testa ad avversari come Horikita o Ibuki.

Ma in confronto a uno studente della White Room, lei era scadente, pessima. Inoltre, sarebbe stato strano che qualcuno della White Room facesse il nome di Matsuo. Decisi di aspettare che Nanase mi rispondesse per scoprire la verità.

“Io… volevo vendicare il mio amico d’infanzia. Per questo mi sono iscritta a questa scuola.”

“Amico d’infanzia? Non vorrai dire…” 

“Sì. Matsuo Eiichirō.”

Doveva riferirsi al figlio del maggiordomo che si era occupato di me in passato.

“L’ho capito dopo essere venuta qui, in questa scuola. Poiché è completamente isolata dal mondo esterno, non c’era modo di sapere cosa fosse successo.”

Quello che Nanase aveva detto era fondamentalmente corretto. Tuttavia, in questo caso, avevo effettivamente una piccola informazione sulla situazione della famiglia di Matsuo. Ne ero venuto a conoscenza perché quell’uomo me ne aveva parlato quando si era presentato a scuola per cercare di riportarmi alla White Room.

Nanase continuò a raccontarmi tutto, ora parlando con un tono di voce calmo. Mi raccontò di come Eiichirō fosse stato cacciato dalla scuola superiore in cui aveva lavorato duramente per entrare a causa degli implacabili intrighi di mio padre. Mi disse che non importava in quale altra scuola avesse cercato di fuggire, anche lì avrebbe subito la stessa sorte. Alla fine capì di non avere via d’uscita e rinunciò del tutto a proseguire gli studi.

E mi raccontò di come, alla notizia, il padre di Eiichirō si fosse suicidato dandosi fuoco. In seguito, mi disse, Eiichirō viveva facendo un lavoro part-time. Anche se avevo già sentito tutto questo da quell’uomo, rimasi in silenzio ad ascoltare.

“Sono sempre stata insieme a Eiichirō-kun, dall’asilo fino al suo diploma di scuola media. Era un anno più grande di me. Eiichirō-kun era migliore di me praticamente in tutto… Negli studi, nei giochi che facevamo, in termini di risultati e abilità… Era la persona a cui aspiravo di assomigliare.”

Nanase aveva parlato con calma fino a quel momento, ma il suo tono si era gradualmente abbassato, diventando più triste.

“Anche dopo essere stato cacciato di casa, Eiichirō-kun ha detto che non si sarebbe mai arreso. È stato allora che ha iniziato a lavorare. Anche se avevamo meno tempo per vederci, pensavo che il nostro rapporto non sarebbe cambiato.”

Nanase continuò a parlare, senza pause, mentre ricordava altri momenti del passato.

“Anche se aveva rinunciato a proseguire gli studi, anche se aveva perso il padre… Continuava a sorridermi. Diceva che non si sarebbe mai arreso e che avrebbe continuato a dare il meglio di sé, a prescindere dalla strada che avrebbe dovuto percorrere. Eppure…”

La voce di Nanase cominciò a tremare, i suoi pugni si strinsero con forza mentre parlava.

“Quest’anno, la sera del 14 febbraio, sono andata a trovare Eiichirō-kun nell’appartamento in cui viveva. Si era impegnato così tanto e volevo farlo sentire un po’ meglio. Ma…”

Non c’era bisogno di sentire la fine di questa storia per sapere esattamente dove sarebbe andata a parare. Matsuo Eiichirō, dopo averci provato così a lungo, aveva scelto di porre fine alla sua vita.

“Se non puoi rivedere la persona a cui tieni, non sarai mai in grado di dirle quello che provi per lei”, dissi, ripensando a quello che aveva detto Nanase quando aveva incoraggiato Ike. “Stavi pensando a Eiichirō quando l’hai detto.”

Nel suo caso, però, per quanto si pentisse profondamente, era troppo tardi. Anche se avesse urlato e gridato al suo cadavere, le sue parole non lo avrebbero mai raggiunto.

“Non sapevo molto di te o di tuo padre, Ayanokōji-senpai. Avevo anche presentato una domanda di iscrizione a un’altra scuola superiore… È stato dopo che l’ho fatto che è apparso.”

“Vuoi dire Tsukishiro?”

“Sì. Il direttore provvisorio Tsukishiro mi ha fatto iscrivere alla Advanced Nurturing High School. Mi disse che una persona di nome Ayanokōji Kiyotaka si era iscritta a questa scuola e che tutto era iniziato quando tu eri fuggito da un istituto chiamato White Room. Ha detto che questo Ayanokōji Kiyotaka era il motivo per cui la vita di Eiichirō era stata rovinata.”

Alla fine, Nanase era venuta in questa scuola proprio per vendicarsi del suo amico d’infanzia.

“Se fossi riuscita a farti espellere, aveva promesso di farmi incontrare tuo padre, Senpai. A dire il vero, avrei chiesto a tuo padre di chinare il capo e chiedere scusa a Eiichiro-kun, ma…”

Anche nell’improbabile caso in cui fossi stato espulso, quell’uomo non si sarebbe mai piegato a nessuno. Le parole di Nanase non lo avrebbero mai raggiunto. In ogni caso, dopo aver ascoltato la storia di Nanase, cominciavo a collegare i punti, ma c’erano ancora alcune cose che non sapevo.

“Tsukishiro mi ha detto che ha mandato uno studente della White Room. Era solo un bluff?”

“Ehm, cosa intendi esattamente? Tanto per cominciare, non so molto di questa White Room.”

Non sembrava che stesse mentendo. Se così fosse, allora c’erano due possibilità che mi venivano in mente. La prima era che lo studente che aveva mandato fosse un’altra persona, diversa da Nanase; qualcuno che poteva provenire dalla White Room, o che semplicemente aveva scelto per svolgere quel ruolo. L’altra possibilità era che lo studente di cui Tsukishiro aveva parlato fosse davvero Nanase e che volesse farmi credere che fosse della White Room. Se si trattava di quest’ultima ipotesi, significava che non ci sarebbe stato nessun altro a darmi la caccia.

Tuttavia, era difficile da immaginare. Dal punto di vista di una persona comune, Nanase aveva capacità eccezionali, ma non era all’altezza del compito di uno studente inviato per farmi espellere. Mi risultava difficile credere che Tsukishiro non potesse prevedere che le cose sarebbero andate così.

“Quello che è successo non è colpa tua, Ayanokōji-senpai. Ma io… volevo solo… volevo sfogare tutta questa rabbia e questo rimpianto repressi su qualcuno, in qualche modo…”

Quando la sentii, tutto andò al suo posto e le azioni di Nanase da quando si iscrisse a questa scuola ebbero finalmente un senso. Anche se stava lavorando per farmi espellere, c’erano state volte in cui era intervenuta per aiutarmi. Nanase faceva cose contraddittorie proprio perché non credeva di fare la cosa giusta. Poi, oggi, si era convinta di portare avanti la volontà di Matsuo Eiichirō e si era sfogata.

Forse perché eravamo in cima alla montagna, ma la pioggia aveva fatto raffreddare il terreno e cominciava a calare una fitta nebbia.

“Io… io non so più come presentarmi di fronte a te, Senpai… mi dispiace tanto, davvero…”

Nanase si nascose il viso con le mani, vergognandosi di se stessa, incapace di guardarmi. Non dissi una parola. Invece, aspettai in silenzio che si calmasse prima di parlare di nuovo.

“Non hai bisogno di scusarti. La rabbia che provi è perfettamente giustificata.”

Era anche vero che quell’uomo aveva commesso un grave peccato solo per cercare di riportarmi indietro. Era una persona dal cuore freddo che non pensava agli altri come esseri umani. Ma allo stesso tempo, la cosa ironica era che era anche una proiezione di me stesso.

“Ho fallito nell’eseguire gli ordini del Direttore Provvisorio. Non ha più senso che io rimanga qui.”

“Allora, questo significa che abbandonerai la scuola?”

“È il minimo che possa fare per espiare le mie azioni.”

Io e quell’uomo eravamo essenzialmente uguali. Finché potevamo proteggere noi stessi, non ci importava di ciò che accadeva agli altri. Tuttavia, anche se eravamo uguali nella sostanza, c’erano alcune differenze tra me e lui. Pensavamo in modo diverso se fosse nel nostro interesse mostrare la nostra vera natura a terzi con tanta disinvoltura.

In breve, si trattava di capire se saremmo riusciti a scrollarci di dosso quegli sciocchi che potevano solo ostacolarci. Si trattava di capire se eravamo in grado di tendere la mano a qualcun altro. Offrire la mano a uno sciocco era qualcosa che quell’uomo non avrebbe mai e poi mai fatto. Questa era la differenza definitiva tra noi.

Allungai lentamente la mano verso Nanase.

“Senpai…?”

“Se sei davvero dispiaciuta, allora per favore ritira quello che hai detto poco fa.”

“Cosa… vuoi dire…?”

“Non hai nulla di cui vergognarti. Hai fatto tutto quello che potevi per cercare di vendicarti. Ma c’è un motivo per cui anch’io non posso permettermi di perdere. È perché credo che rimanere in questa scuola sia l’unico modo per attaccare quell’uomo, mio padre.”

Nanase non alzò la testa fino a guardarmi negli occhi, ma la sollevò lentamente in modo da poter guardare il mio palmo teso.

“Se posso dire qualcosa di egoistico, non voglio che tu lasci questa scuola, voglio che tu collabori con me. Anche adesso, Tsukishiro sta probabilmente tramando per usare questo esame speciale come mezzo per cercare di farmi espellere, in modo da offrirmi come regalo a mio padre. Se ciò accadesse, sarebbe contrario ai desideri di Matsuo Eiichirō. Dopotutto, è stato suo padre a rendere possibile la mia iscrizione a questa scuola contrastando gli ordini di mio padre.”

“Stai dicendo che… avrei dovuto fare il contrario per tutto questo tempo?”

“Potresti darmi la mano?”

Sentii la sua mano sottile e liscia aggrapparsi alla mia.

“…È una promessa.”

Anche se il suo palmo era freddo a causa della pioggia, c’era ancora un piacevole calore. Nanase aveva abbassato la testa per un po’, ma ora finalmente l’aveva alzata per guardarmi negli occhi. In realtà, il fatto che fosse utile o meno era irrilevante. Ciò che importava era che dovevo fare buon uso di lei, in modo che finisse per essermi utile, anche se alla fine fosse stata usata e scartata.

“Ti prenderai un raffreddore se resti troppo a lungo sotto la pioggia. Andiamo.”

“…Ok.”

 


Capitolo 8

Postfazione

Indice


(Ultimo Aggiornamento 25/04/2024)

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