Volume 1: Capitolo 6

Sentore di Espulsione

Introduzione

Erano ormai passate da poco le 20:30 di domenica. Il giorno scelto da Nanase era finalmente arrivato ed era molto probabile che la discussione che avremmo avuto stasera avrebbe determinato la possibilità di collaborare con la 1-D.

Beh, no. Dovevamo assicurarci di poter collaborare insieme. La maggior parte degli studenti di entrambe le classi aveva già trovato un partner. Se non riuscissimo a trovare un accordo, potremmo essere costretti a scendere a compromessi piuttosto importanti per evitare di essere penalizzati.

Horikita e io saremmo stati raggiunti da Sudō, che aveva fortemente insistito per accompagnarci. Ero sicuro che volesse solo stare vicino a Horikita, ma anche che una parte importante della sua ragione fosse che diffidava di Hōsen. A seconda di come si sarebbero svolte le cose, Hōsen avrebbe potuto benissimo alzare le mani contro una donna senza battere ciglio. Quindi Sudō era lì per essere la guardia del corpo di Horikita, per proteggerla.

Naturalmente Horikita protestò, dicendo che non aveva bisogno di lui, ma Sudō insistette. Questa volta, però, Horikita non diede il permesso a Sudō, per quanto lui glielo chiedesse. Le trattative si preannunciavano così serie e lei aveva deciso che la presenza di Sudō sarebbe stata d’intralcio.

Tuttavia, le feci cambiare idea. Il motivo che diedi era che Sudō potrebbe agire al posto mio, nell’improbabile caso in cui si verificasse un imprevisto e le cose si mettessero male. Le capacità di Sudō dovrebbero essere più che sufficienti per tenere la situazione sotto controllo. Alla fine, Horikita diede a Sudō il permesso di accompagnarla, a condizione che non perdesse assolutamente la calma durante la discussione e non minacciasse nessuno.

Quando scesi nell’atrio del dormitorio per incontrarlo, Sudō era già lì, seduto sul divano, in attesa. Mi fece un sorriso allegro.

“Ehi!”

A quanto pare voleva davvero stare con Horikita

“I tuoi studi per l’esame stanno andando bene?”

“Certo. Non sarà comunque il massimo, ma penso che questa volta dovrei ottenere almeno 250 punti.”

Se Sudō, che al momento aveva una valutazione di capacità accademica pari a E, avesse ottenuto 250 punti o più in questo esame, sarebbe stato un risultato fantastico. Ero sicuro che il suo punteggio nel OAA sarebbe probabilmente salito a circa una C a partire dal mese prossimo. Sudō non era solo chiacchiere. Si stava impegnando a sufficienza perché le sue affermazioni fossero sostenute dai fatti. Arrivava a lezione in ritardo molto, molto meno spesso e dimostrava un buon atteggiamento in classe, prendendo sul serio i suoi studi.

“Sembra che tu sia cambiato molto… È come se ora ti piacesse studiare o qualcosa del genere.”

“Beh, non è che mi piaccia. Ma è piuttosto divertente risolvere i problemi. Inoltre, quando Suzune mi fa i complimenti, mi sento così gasato che potrei studiare tutto il tempo.”

L’atteggiamento pungente e nervoso che aveva quando aveva iniziato la scuola qui sembrava essersi calmato. Sembrava che la sua tendenza a perdere rapidamente le staffe non sarebbe stata così facile da risolvere, ma se la presenza di Horikita era sufficiente a tenerlo con i piedi per terra, andava bene così.

Sudō si alzò e guardò lo schermo che mostrava le riprese della telecamera all’interno dell’ascensore, come se non riuscisse a contenere l’eccitazione. Poi si è seduto di nuovo sul divano, giocherellando con il telefono e con i capelli. Poco dopo si rialzò. Sembrava un ragazzo che stava per uscire per il primo appuntamento.

“Ehi, Ayanokōji”, mormorò Sudō, continuando a guardare il filmato della telecamera. Forse si era accorto che lo stavo guardando. “Se oggi dicessi a Suzune quello che provo per lei, pensi che, beh, uscirebbe con me?”

L’espressione del suo volto era visibile, anche se guardavo il suo profilo laterale. Sembrava serio. Vedendo Sudō con quell’espressione, non potevo non dargli una risposta sincera.

“Probabilmente no.”

Anche se questo poteva lasciarlo sconfortato, questi erano i miei pensieri sinceri, visti da una terza parte. Pensavo che sicuramente non sarebbe stato soddisfatto di sentire quella risposta da me, ma…

“Sì, hai ragione.”

Sudō mi diede ragione senza battere ciglio, quasi come se conoscesse già la risposta.

“So che Suzune non è il tipo di persona che parla di cose come l’amore e il romanticismo e tutto il resto. Ma non è solo questo… Voglio dire, è impossibile che sia attratta da me in questo momento. Quanti problemi le ha creato la mia presunzione? Quante volte…? No, non solo lei… quante volte ho creato problemi a tutti i compagni di classe?”

Sembrava dire che non era possibile che Horikita uscisse con lui dopo aver tenuto conto di tutto questo.

“E sì, ora sto facendo del mio meglio, certo. Ma non credo che questo cancelli tutti i pesi che ho fatto gravare sulla nostra classe o altro, naturalmente. Quindi, nei prossimi due anni, lavorerò per migliorare i miei punti di forza e anche per correggere le mie debolezze, un po’ alla volta. Se riuscirò a fare tutto questo, sono sicuro che al momento del diploma sarò stato utile alla nostra classe.”

“Capisco. Sì, forse hai ragione.”

Sudō potrebbe sicuramente diventare una risorsa preziosa per la nostra classe, grazie alle sue eccezionali capacità fisiche. Ero sicuro che avrebbe potuto diventare una parte essenziale della nostra classe, come Yōsuke e Kushida. Era anche diventato capace di guardare a se stesso con calma e obiettività, e proprio per questo mi venne in mente una domanda che volevo fargli.

“Ehi, e se ti impegnassi molto e diventassi la persona più ammirevole ed esemplare della nostra classe… ma anche in questo caso Horikita non ti guardasse. Cosa faresti allora? Cominceresti a odiare cose come lo studio?”

C’era la possibilità che qualcuno potesse crollare quando si accorgeva che tutti i suoi sforzi erano stati inutili. Questo era particolarmente possibile nel caso di Sudō, dal momento che stava facendo tutti questi sforzi per Horikita.

“Beh, sì, sono sicuro che smetterei di fare tutto, sai? Voglio dire, probabilmente mi sentirei anche come se volessi morire. Forse vorrei anche uscire e prendere a pugni qualcuno. Ma se andassi davvero a fare una di queste cose, sono sicuro che Suzune sarebbe molto delusa da me. Voglio dire, rinunciare a studiare e andare su tutte le furie? Sarebbe da sfigati. Non voglio assolutamente fare nulla di tutto ciò, no grazie.”

Una risposta eccellente. Ero sicuro che anche lui ci credesse davvero. Naturalmente, la verità delle sue parole sarebbe stata messa alla prova quando quella situazione sarebbe diventata realtà. Per quanto si sostenesse di essere decisi a gestire un esito negativo, è molto probabile che ci si sentirebbe diversi una volta che il dolore si fosse fatto sentire.

Ma detto questo, se era in grado di dire tutto ciò proprio ora, in questo momento, allora probabilmente non c’era nulla di cui preoccuparsi per il momento.

“Oh, sembra che sia qui!”

La telecamera mostrò Horikita sull’ascensore. Sudō deve essersi sentito irrequieto o qualcosa del genere, perché si allontanò, diede le spalle alla porta dell’ascensore e iniziò a fare dei respiri profondi mentre allungava le braccia nel tentativo di calmarsi, come se stesse facendo del riscaldamento calistenico o qualcosa del genere.

Poco dopo, l’ascensore arrivò al primo piano. Sudō stava ancora respirando profondamente.

“Mi dispiace di avervi fatto aspettare. Cosa sta facendo Sudō-kun?”

“Sembra che stia facendo dei respiri profondi.”

Horikita ebbe per un attimo un’espressione perplessa, ma tornò subito alla sua solita espressione rigida.

Oggi ci saremmo incontrati in una delle sale karaoke del Keyaki Mall. Sia nei giorni feriali che nei fine settimana, questi erano luoghi molto frequentati da persone che si intrattenevano fino a tarda serata, dato che era consentito l’uso di queste sale fino alle 22. Il karaoke era, ovviamente, una delle strutture ricreative del campus. Veniva spesso usato per alleviare lo stress o per chiacchierare con gli amici.

Ma in questa scuola aveva un altro scopo importante. Le stanze erano private, il che le rendeva luoghi ideali per discutere in modo approfondito, senza correre il rischio di essere visti o sentiti da altri. Erano i luoghi più facili in cui tenere riunioni segrete nel campus senza essere notati. Naturalmente, in termini di riservatezza, non c’è niente di meglio della privacy della propria stanza personale nel dormitorio. Ma inevitabilmente si era limitati a poter incontrare solo determinate persone in quel modo.

Con l’esame della prossima settimana, non sembravano esserci molte persone in giro a quest’ora del giorno. Quindi si può dire che questo era il momento migliore per incontrare Hōsen in segreto e discutere.

“Ehi, sei davvero sicura che possiamo farci aiutare da quel nuovo tipo presuntuoso?”

“Non avrei dedicato così tanto tempo a questo problema se non avessi pensato che avremmo potuto far funzionare una relazione di cooperazione.”

Esattamente. È proprio perché avevamo stabilito che era possibile che oggi siamo qui.

“In questo momento, molti degli studenti più dotati del primo anno sono stati presi da Sakayanagi-san e Ryūen-kun. Ichinose-san si è offerta come salvezza per i più deboli. Le uniche armi del nostro arsenale sono i punti o la fiducia.”

“Credo che tu abbia ragione, sì… Non batteremo Sakayanagi o Ryūen con i punti, e non batteremo Ichinose quando si tratta di fiducia.”

“Esattamente. Ed è proprio per questo che Hōsen-kun rappresenta per noi sia un’opportunità che un problema.”

Hōsen non si sarebbe lasciato influenzare dal fascino della reputazione della sezione A, né da una misera somma di Punti Privati. E non avrebbe nemmeno prestato attenzione all’offerta di salvezza di Ichinose. Ecco perché noi, sezione D, avevamo una possibilità.

“Quindi, il punto è vedere quanto possiamo spingerli a fare un accordo con noi, senza dover scendere a troppi compromessi da parte nostra”, disse Sudō.

“Giusto. Più tempo passa, più noi del secondo anno cominceremo ad andare nel panico. Con tanti studenti che hanno già trovato un partner, saremo inevitabilmente in svantaggio.”

Se avessimo rifiutato le condizioni che Hōsen ci aveva presentato, non avrebbe avuto pietà. Avrebbe semplicemente cambiato i piani e ci avrebbe fatto accoppiare con persone a caso. Non gli importava affatto che i suoi compagni di classe venissero penalizzati.

Mi interessava vedere come Horikita intendeva sfidarlo.

Parte 1

“Ehi, ehm, a pensarci bene, l’incontro non è alle 21? Non siamo un po’ in anticipo?”, chiese Sudō.

Mancava ancora un po’ alle 21. Circa 30 minuti.

“Non c’è problema. Volevo solo arrivare in anticipo”, rispose Horikita.

Sudō non capì bene il ragionamento di Horikita, ma rimase in silenzio e lo seguì. Chissà se Horikita volesse arrivare prima per avere il tempo di calmarsi, o perché temeva che ci fosse qualche trappola? Mentre Sudō sembrava considerare il nostro avversario come un ragazzino nuovo, Horikita non mostrava alcun segno di abbassamento della guardia. Poteva sembrare che fosse eccessivamente cauta, ma considerando che si trattava di Hōsen, non si poteva criticare la sua prudenza.

L’impiegato del Karaoke ci diede un foglietto con il numero della stanza e le informazioni sulla prenotazione, poi entrammo.

“Potresti far sapere a Nanase-san che siamo qui?”

“Certo.”

Mandai un messaggio a Nanase, dicendole che eravamo già arrivati. Come previsto, mi rispose dicendo che sarebbero arrivati all’ora prevista.

“Allora mettiamoci comodi e ordiniamo i nostri drink”, disse Horikita.

“Non dovremmo aspettarli?”, chiese Sudō.

“Non ti preoccupare.”

Dopo aver deciso cosa bere, demmo un’occhiata al menu.

“Se volete qualcosa, potete ordinare. Cosa volete?”

“Hmm, penso andrò con le patatine fritte. Va bene?”, disse Sudō.

“Certo.”

Horikita, utilizzando il telefono fisso installato nella stanza, ordinò il cibo e le bevande che volevamo. Dopo le ordinazioni, Sudō sembrò essere un po’ meno teso. Prese il microfono.

“Allora, ehm, beh, credo che ci sia un po’ di tempo prima del nostro incontro. Che ne dici di cantare una o due canzoni?”

“Non ho intenzione di cantare.”

“Aspetta, davvero, non lo farai?”

Eravamo arrivati al Karaoke presto, prima dell’incontro, e avevamo ordinato cibo e bevande. Immagino che Sudō avesse pensato che il passo successivo sarebbe stato quello di iniziare a cantare, visto che di solito in un posto come questo le cose vanno così. Ora sembrava deluso, probabilmente perché voleva sentire la voce di Horikita.

“Sudō-kun. Ti avverto ancora una volta. Non dire nulla di inutile.”

“Sì sì ho capito. Ma ehi, non dovresti dirlo anche ad Ayanokōji?”

“Lui non parla più del necessario. Anzi, semmai è il tipo di persona che non parla anche quando dovrebbe.”

Beh, non era affatto un complimento. Stava solo esprimendo le sue lamentele nei miei confronti. Sudō fece il broncio, apparentemente non soddisfatto della risposta che Horikita gli aveva dato.

Quando fu il momento dell’incontro, la prima ad arrivare fu Nanase.

“Mi dispiace di avervi fatto aspettare.”

“Nanase, togliti di mezzo”, sbuffò Hōsen Kazuomi da dietro di lei, costringendola ad avanzare all’interno.

“Oh, siete puntualissimi. E io che ero sicura che sareste stati molto in ritardo”, disse Horikita, lasciando intendere che non si sarebbe stupita se fosse arrivato in ritardo di proposito, solo per irritarla. Un po’ come Miyamoto Musashi era arrivato in ritardo al suo duello sul Ganryu-jima.

“Ehi, io sono sempre puntuale quando decido di andare da qualche parte. E non mi piace la gente che mi rompe solo perché sono un po’ in ritardo. Ad ogni modo, sembra che voi siate arrivati dannatamente presto… Cosa, avevate così tanta paura di farmi aspettare? Non fate le femminucce.”

“Puoi evitare che la tua immaginazione prenda il sopravvento? Non fraintendere. Ci stavamo semplicemente divertendo, visto che siamo venuti fin qui al Karaoke. Capito?”, disse Horikita, dicendo a Hōsen che doveva allargare la sua mente.

Sul tavolo c’erano bevande parzialmente consumate e cibo mangiato a metà. Aveva inscenato la scena per far sembrare che ci stessimo divertendo al karaoke fino all’ultimo minuto.

“Sembra che sia così”, disse Hōsen. Il che significa che la negoziazione era già iniziata. “Beh, non importa. Scoprirò presto se stai bluffando, quando parleremo.”

Si buttò con forza sul divano, come se fosse una specie di pezzo grosso, tanto che era difficile immaginare che fosse una matricola. Spalancò le gambe, occupando da solo uno spazio sufficiente per tre persone.

“Ok, quindi? Nanase mi ha spiegato tutto. Ha detto che volevi che la mia classe ti aiutasse.”

La mia classe. A quanto pare, la 1-D era già completamente sotto il controllo di Hōsen. Erano passate solo un paio di settimane dall’inizio della scuola, ma non percepivo alcuna debolezza nella sua affermazione.

“Non esattamente. Stiamo cercando di far collaborare le nostre due classi tra loro. Nessuno sarà al di sopra o al di sotto dell’altro, un rapporto di uguaglianza per così dire.”

“Oh veramente? Quindi, non tirate fuori il fatto che siete di un anno sopra al nostro, eh. Devo dire che non ci trattate con condiscendenza, è una scelta saggia.”

Nanase osservava in silenzio ciò che Hōsen stava dicendo e facendo. Non si espresse e non confutò nessun punto in particolare. Considerando che aveva svolto il ruolo di mediatrice e che era l’unica persona che aveva portato qui con sé, potevamo essere certi che Nanase fosse una persona stimata da Hōsen. 

Non ero sicuro se fosse perché ammirava il coraggio di dire che non avrebbe ceduto alle minacce di violenza di Hōsen, oppure se c’era qualcos’altro. Ad ogni modo, c’era ancora un modo per forzare la sua mano e trascinare Nanase dalla nostra parte.

“Mi rendo conto che c’è ancora un certo numero di studenti nel vostro anno a cui non importa molto che i loro compagni siano nei guai. Tuttavia, dopo averci visto, dovreste iniziare a capire come stanno le cose. In futuro arriverà sicuramente il momento in cui avrete bisogno dell’aiuto dei vostri compagni.”

“Quindi… stai dicendo che dobbiamo lavorare insieme ed evitare che qualcuno venga cacciato, eh?”

“Se davvero hai così tanta autorità sulla vostra classe da considerarla come una tua proprietà privata, è piuttosto conveniente questo accordo. Con un solo comando, un numero consistente di compagni di classe lo seguirà, no?”

Hōsen sollevò il mignolo sinistro, lo infilò nell’orecchio sinistro e cominciò a girarlo un po’. Poi tolse il dito e lo alzò, lo puntò verso Horikita e soffiò quello che c’era sopra nella sua direzione. Il volto di Sudō si tese, ma ricordò l’avvertimento di Horikita e si tenne sotto controllo. I pugni stretti gli tremavano mentre li teneva tra le gambe.

Horikita si limitò a sopportare il comportamento apertamente volgare di Hōsen, senza voltarsi. “Puoi per favore smetterla?”

“Innanzitutto…”

Sembrava che quello che lei aveva detto fosse entrato da un orecchio e uscito dall’altro, perché lui cominciò a parlare come se stesse parlando a se stesso.

“È giusto dire che sei la leader della 2-D?” Ora stava riavvolgendo il nastro per verificare se ci fossero dei punti deboli nella premessa stessa di questa discussione.

“Non lo nego.”

“Non credo ci sia nulla di strano nel fatto che Horikita-senpai sia la leader, viste le sue capacità”, disse Nanase, rivolgendosi a Hōsen. Era la prima volta che apriva la bocca durante l’intera conversazione.

“Va bene, allora darò un avvertimento alla ‘leader’ qui presente. Di sicuro non ho intenzione di lavorare con voi in questo cosiddetto ‘rapporto di uguaglianza’ o altro.”

Sembrava che non avesse intenzione di rendere le cose così facili, dopotutto. Suppongo che non si possa evitare la discordia tra noi. Noi volevamo proteggere i nostri compagni a tutti i costi, mentre a Hōsen non importava nulla di gettare i suoi in pasto ai lupi. Anche la gravità delle punizioni a cui andavamo incontro era molto diversa: noi rischiavamo l’espulsione e loro perdevano tre mesi di Punti Privati.

“Mi sembra giusto. Immagino che tu sia quel tipo di persona.”

“Se lo sai già, allora smettila. Smettila di fare l’avara. Ti ascolterò se hai una buona offerta.”

“Mi ascolterai? Cosa ti aspetti esattamente? Pensi davvero che ti pagheremo per collaborare con noi?”

Anche se eravamo in una posizione di svantaggio, Horikita non cedette di un millimetro e non scese a compromessi.

“Sì, pagherai. Sono sicuro che lo farai. A questo punto non puoi fare un cazzo di niente se non spendi, non è vero? Nanase, acqua”, gridò Hōsen, ordinando a Nanase di muoversi mentre dava un’occhiata al menu del Karaoke.

Nanase annuì, prese il telefono e ordinò dell’acqua.

“Mi rendo conto che mi sto ripetendo, ma la nostra proposta è una partnership paritaria. In ogni caso, non vi daremo assolutamente punti, beni o qualsiasi altra forma di compensazione in cambio di questo.”

“In questo caso, immagino che dovrò tornare indietro senza aver preso il mio bicchiere d’acqua, eh?”

Senza alcuna esitazione, si sbattè le cosce una volta, indicandoci che se ne stava andando.

“Per favore, aspetta, Hōsen-kun. Credo che dovremmo davvero ascoltare ciò che Horikita-senpai ha da dire.”

Nanase, che era ancora in piedi accanto a Hōsen e stava ascoltando la conversazione, lo fermò.

“Ascoltare ciò che ha da dire? Non c’è un cazzo di bisogno di farlo.”

“No, dobbiamo farlo. Di questo passo, la nostra classe non sarà mai in grado di riunirsi.”

Horikita esaminava Hōsen e Nanase durante il loro breve scambio di parole, senza muoversi.

“Sì, e che cazzo me ne frega? Chi non è in grado di eseguire gli ordini può anche essere buttato via con la merda. Non verserò certo una lacrima se ci sbarazziamo delle fighette.”

“Non va bene.”

“Nanase. Sei un’idiota totale o cosa?”, rispose Hōsen, emettendo un profondo sospiro. Sembrava più esasperato che arrabbiato. “Non c’è un cazzo di vantaggio nell’accettare le condizioni di una troia.”

“Capisco quello che stai cercando di dire, Hōsen-kun. È certamente vero che Horikita-senpai e i suoi amici cercano disperatamente di proteggere i loro compagni di classe, e sono sicura che hanno delle buone ragioni per farlo. Se non diamo loro una mano, gli studenti rischiano di essere espulsi. Anche se stanno fingendo di essere duri in questo momento, alla fine dovranno fare delle concessioni. È questo che stai aspettando, no?”

Non sembrava affatto che Nanase avesse interrotto la conversazione perché non sapeva cosa stesse facendo Hōsen. Lei lo sapeva.

Poi continuò a parlare. “Non credo che la tua strategia sia sbagliata, Hōsen-kun. Mentre le altre classi cercavano dei partner, tu hai deliberatamente scelto di non fare una mossa, rinunciando alle prime trattative iniziali. Tutto questo per metterti in una posizione più vantaggiosa, per avere più potere contrattuale.”

Più la scadenza si avvicinava, più gli studenti del secondo anno diventavano impazienti. Anche gli studenti per i quali normalmente non valeva la pena pagare diventavano preziosi.

“Se hai capito cosa sto facendo qui, allora perché non provi a spiegarmi il vantaggio di assecondare Horikita? Cosa ci guadagno?”

“Sarebbe un rapporto costruito sulla fiducia.”

Guardò Horikita, che le annuì di risposta.

“Dai, non farmi ridere. Un rapporto costruito sulla fiducia? È una stronzata inutile. Solo parole fiorite.”

“Ne sei davvero sicuro?” Nanase ribatte direttamente alla risposta di Hōsen all’idea di un rapporto costruito sulla fiducia. “È certamente vero che in questo esame speciale potremmo non aver bisogno di fare molte concessioni. Tuttavia, non possiamo essere sicuri che lo stesso valga per il futuro. Se ti fai nemici tutti gli studenti del secondo anno, Hōsen-kun, potresti ritrovarti nella spiacevole situazione di non riuscire a trovare un compagno, indipendentemente dal numero di punti che hai. Anche se staresti bene se dovessi solo affrontare la penalità del 5%, cosa pensi che accadrebbe se la persona con cui finisci insieme fallisce intenzionalmente l’esame? L’espulsione sarebbe inevitabile.”

“Ah! Credi davvero che qualche coglione abbia le palle per sacrificarsi in quel modo?”

“Sai, ho sentito che questa scuola sembra avere una cosa chiamata Punti Protezione.”

A quel punto, Nanase distolse lo sguardo da Hōsen e incrociò lo sguardo di Horikita per la prima volta. Aveva tirato fuori proprio quello che le avevo accennato in biblioteca durante la nostra conversazione di venerdì. Sebbene Horikita fosse un po’ sorpresa, capì subito cosa stava succedendo e annuì.

“Sì, è così. Sono un tipo di punto unico che può annullare un’espulsione, una sola volta.”

A giudicare dall’espressione di Hōsen, non c’è dubbio che fosse la prima volta che ne sentiva parlare.

“Non c’è da stupirsi che tu non li conosca, visto che ti sei appena iscritto. Per questo motivo dovresti fare in modo di ricordartene. Quando in futuro si presenterà un esame simile a questo, se la persona con cui sei in coppia dovesse avere un Punto Protezione, allora… Beh, a seconda di come si svolgeranno le cose, potresti sicuramente, inevitabilmente, essere espulso.”

Più nemici si faceva, più questo scenario diventava probabile. E più qualcuno odiava Hōsen, più forte sarebbe stato il tentativo di farlo espellere.

“Ed è proprio per questo che penso che dobbiamo lavorare per costruire un rapporto basato sulla fiducia, a partire da ora”, disse Nanase.

“Capisco. Sembra che voi due siate venute preparate per cercare di comandarmi con queste stupide stronzate, eh?”

“Sono una studentessa del primo anno. Quindi, naturalmente, la mia priorità assoluta è la 1-D. E poiché riconosco che sei una componente necessaria della nostra classe, Hōsen-kun, non voglio che tu commetta l’errore di guardare solo al breve termine.”

Horikita si era assicurata di avere la meglio su Hōsen prima di mettere gli occhi su Nanase. Poi, dopo aver convinto Nanase a collaborare con lei in modo splendido, sferrarono un colpo a Hōsen. Eravamo in una situazione difficile, ma le cose stavano iniziando a girare per noi.

Restava solo da vedere come avrebbe reagito Hōsen, ora che aveva capito. In particolare, vedere se avrebbe ancora cercato di strapparci qualche compenso, deciso ad affrontare qualsiasi conseguenza potesse comportare per lui in seguito.

“Capisco che voi due vi siate presi la briga di inventare tutto questo, ma… non ho ancora intenzione di collaborare alla pari.”

Nanase e Horikita avevano esposto le nostre argomentazioni per convincerlo ad accettare. Ma Hōsen scosse la testa e rifiutò senza nemmeno fingere di pensarci.

“Ehi, Hōsen! Sei davvero pronto a fare di tutti noi dei nemici-“

L’ira di Sudō iniziò a divampare, ma Horikita lo trattenne prima che potesse finire.

“Non ha ancora lasciato il tavolo delle trattative.”

“La ragazza ha ragione. Non saltare subito alle conclusioni”, disse Hōsen, rispondendo a Sudō. Rimase ben saldo al suo posto, sicuro e testardo come sempre, senza pretendere di andarsene.

“Ma cosa intedi fare, allora? Non cambieremo la nostra posizione. Chiediamo una partnership paritaria.”

“Che due coglioni. L’hai già chiarito. Ti dirò, hai fegato”. Hōsen batté le mani cinque volte, apparentemente in segno di ammirazione per gli sforzi instancabili di Horikita. “Ma detto questo, tutta questa storia della parità… non riesco a credere che sia così equa”.

“Quindi se posso offrirti la prova che lo è, collaborerai con noi?”

“Beh, qualcosa del genere, forse.”

“Temo che i conti non tornino. Entrambi opereremmo nelle stesse condizioni. Che motivo hai di pensare che non sarebbe uguale?”

“Dici tutte queste cazzate su un rapporto costruito sulla fiducia, ma la fiducia va in entrambe le direzioni, no? Questo non significa che io debba essere grato e accettare tutto quello che tu mi propini. Il fatto che tu suggerisca che la nostra classe potrebbe trovarsi in una situazione simile l’anno prossimo? Che potremmo essere nei guai? Sì, è una cosa di cui dovrei essere grato, tesoro. Sono in lacrime cazzo. Ma questa è solo una previsione auto-assolutoria a tuo cazzo di beneficio. Non è una certezza assoluta di qualcosa che avverrà in futuro.”

Hōsen aveva certamente ragione. La proposta di Horikita si basava sulla premessa fondamentale che ci saremmo sostenuti a vicenda. Tuttavia, la nostra classe era quella che aveva bisogno di aiuto in questo momento. L’idea era che in cambio del loro aiuto, quando sarebbe arrivato il momento in cui avrebbero avuto bisogno di qualcosa, li avremmo aiutati. In questo senso, era come una polizza assicurativa, per così dire. E c’era una buona probabilità che non dovessero mai usarla.

“Immagino di sì. Beh, se hai intenzione di seguire questa strada, perché non mi dici cosa vorresti, allora? Giusto per avere un riferimento.”

“Dammi un milione di Punti Privati come garanzia. Poi, se mai dovessimo trovarci in difficoltà e dovessimo chiedere aiuto a voi, sarò lieto di ripagarti per intero.”

Si trattava in realtà di una somma abbastanza ragionevole, considerando il numero di punti che avremmo speso per trattare con le altre classi. Tuttavia, se la sua classe non avesse mai utilizzato la polizza assicurativa, ciò significava che avremmo consegnato un milione di punti per niente. In poche parole, tutti quei punti sarebbero finiti nelle tasche di Hōsen.

“Voglio dire, se questo rapporto di fiducia o di altro tipo sarà così importante in futuro, come dite, allora non è un prezzo troppo alto, no?”

Ma se la sua classe fosse davvero venuta a cercare il nostro aiuto, avremmo riavuto il milione di punti.

“Se ne hai bisogno, posso metterlo per iscritto. Che ne dici?”

Se avessimo messo l’accordo per iscritto, la legittimità dell’accordo sarebbe stata riconosciuta dalla scuola, che avrebbe potuto farlo rispettare. Ma tutto questo si basava sulla premessa che Hōsen sarebbe venuto a cercare il nostro aiuto prima o poi. Era possibile che Hōsen si appellasse all’accordo se avesse rischiato lui stesso di essere espulso, ma dubitavo che avrebbe rinunciato a quei punti per aiutare i suoi compagni di classe. Il che lo rendeva più pericoloso che consegnare punti e firmare contratti su base individuale.

Hōsen ci aveva colpito con un buon contrattacco. A quanto pare, essere semplicemente bravi in un combattimento non era l’unica cosa di cui poteva vantarsi. Era un abile negoziatore, un nemico formidabile che poteva essere piuttosto connivente, proprio come Ryūen.

“È vero che quello che dici non è del tutto irragionevole. Tuttavia, non posso accettare le tue condizioni.”

“È così? Beh, è un peccato. Ho fatto lo sforzo di mostrarti una via d’uscita da tutto questo, eppure qui stai rendendo ancora le cose difficili.”

“Sembra che sia così.”

Non sembrava che Horikita intendesse scendere a compromessi se ciò significava lasciare che Hōsen si riempisse le tasche. Ma questo significava che avremmo finito per avere dei partner decisi a caso, il che, a sua volta, significava che avremmo dovuto fare del nostro meglio per mitigare il rischio facendo in modo che i nostri studenti più scarsi accademicamente venissero messi in coppia con le altre classi, anche se questo significava gettare denaro sul problema.

Hōsen si lasciò sfuggire una breve risata.

“Ha!”

Si chinò in avanti sul divano, spostandosi dalla posizione seduta per la prima volta da quando si era seduto. Poi allungò il grosso braccio e afferrò Horikita per il colletto della camicia. Il primo a reagire fu Sudō, che era rimasto di guardia proprio accanto a Horikita. Afferrò con forza il grosso braccio di Hōsen e gli lanciò un intenso sguardo.

“Ehi bastardo… Non pensare di mettere le mani addosso a una ragazza.”

“Oh, quindi il più grande ritardato qui è finalmente al centro della scena?”

“Calmati, Sudō-kun.”

“Ma…!”

“È tutto a posto. I negoziati non sono ancora finiti.”

Poteva sembrare che le trattative fossero fallite, ma era anche vero che le parole ‘ho finito di negoziare’ non erano ancora passate sulle labbra di Hōsen.

“Hai gli occhi pieni di fiducia lì. Pensi davvero che non picchierei a sangue una ragazza? O forse stai cercando di abusare del fatto che sei una puttana umile per potermi battere?”

“Pensare che qualcuno possa davvero parlare in questo modo ai giorni nostri, santo cielo. Perché non provi a frenare un po’ la misoginia?”

“Beh, allora che ne dite se vi offro un’opzione migliore. Se riuscite a battermi in una rissa, accetterò la vostra piccola proposta. Che ne dite?” rispose Hōsen, facendo una proposta piuttosto ridicola.

“Bene, allora. In questo caso, mi farò avanti e combatterò contro di te. Non ti crea problemi, vero?”, disse Sudō.

“Certo, Sudō può battersi con me. Anche quello strano Ayanokōji laggiù, che mi guarda con una faccia vuota, può farlo. O anche tu, Horikita. Sarei felice di combattere con voi a braccia aperte. Anzi, se volete, vi affronterò tutti e tre insieme.”

“Mi sembra una buona idea, Horikita. Se vinco, faremo quel contratto… E poi, ho già il voltastomaco ad avere a che fare con questo tizio.” 

Sudō stava chiaramente raggiungendo il limite della sua pazienza con Hōsen, che aveva ancora le mani sul colletto di Horikita e non la lasciava andare.

“Determinare se entrare o meno in un rapporto di cooperazione basandosi su una rissa? È completamente assurdo. Anche se fosse l’unica merce di scambio che abbiamo in questo negoziato, non dovremmo comunque accettarla.”

“Perché no? Voglio dire, se questo Hōsen dice che gli va bene, allora non c’è nessun problema.”

Horikita ignorò Sudō e poi disse tranquillamente quello che pensava.

“Pensavo davvero che fossi un po’ più intelligente di così, Hōsen-kun. La prima volta che ti sei presentato al nostro piano, ho capito le tue intenzioni da quello che hai detto. Hai detto che eri disposto a unire le forze con la nostra classe e io ero d’accordo con questo sentimento. Ho pensato che sarebbe stato meraviglioso se avessimo potuto lavorare insieme, formando una partnership, tra sezioni D.”

“Beh, sì, credo di aver detto qualcosa del genere.”

“Ma… È stato solo un malinteso da parte mia. Non stavi pensando a nulla del genere”, disse Horikita. Chiuse brevemente gli occhi e fece un respiro profondo, prima di continuare: “Questi negoziati sono finiti.”

Non fu Hōsen a segnalare la fine di questi negoziati, ma Horikita stessa. Fino a quel momento, Hōsen sembrava essersi divertito parecchio, ma nel momento in cui Horikita disse che avevamo finito, la rabbia gli apparve sul volto. Lasciò la presa sul colletto di Horikita. Vedendo ciò, Sudō andò a sedersi di nuovo, trattenendo la sua rabbia.

E in quell’attimo successivo…

Splash! L’acqua volò attraverso la stanza. Hōsen aveva preso una tazza con la sua grande mano e ne aveva tirato il contenuto proprio in faccia a Horikita.

Horikita non avrebbe mai potuto prevedere che sarebbe successo. Prima ancora che potesse pronunciare una sola parola, Sudō si fiondò su Hōsen, quasi saltando il tavolo.

“Figlio di puttana!”

Era già stato spinto al limite, cercando disperatamente di tenere a freno i suoi sentimenti. Ma quando Horikita fu ricoperta con l’acqua, questo annullò completamente qualsiasi razionalità che possedeva. Sembrava che Hōsen volesse continuare a comportarsi come sempre, prendendosi gioco degli altri fino alla fine. Nessuno poteva biasimare Sudō per essersi arrabbiato dopo aver visto la ragazza che gli piaceva essere umiliata.

“Fermati!”

Fu nientemeno che Horikita a bloccare Sudō, nell’istante in cui questi aveva emesso un forte grido di rabbia. Se fosse stato anche solo un secondo dopo, il pugno di Sudō si sarebbe scontrato con la guancia di Hōsen.

“Sudō-kun… Non fare il suo gioco.”

“Ho capito, ma comunque!”

Horikita guardò Hōsen, senza nemmeno preoccuparsi di asciugarsi i capelli bagnati. “Se sei arrabbiato per il fatto che le trattative si sono interrotte, allora forse avresti dovuto comportarti un po’ meglio.”

Voleva stabilire un rapporto di collaborazione con Hōsen, a qualunque costo, per il bene della nostra classe. Aveva quindi deciso che insistere ulteriormente sulla questione non ne valeva la pena?

Hōsen tenne gli occhi fissi su Horikita, ma lei distolse lo sguardo, come a dire che aveva visto abbastanza.

“Andiamo.”

“S-sei sicura?” 

Pur essendo chiaramente frustrato, Sudō chiese conferma.

“Sei davvero d’accordo, Hōsen-kun?”, chiese Nanase, controllando Hōsen quasi nello stesso momento in cui Sudō faceva la sua domanda.

“Eh?”

“Penso che avremmo dovuto accettare di lavorare con Horikita-senpai.”

“Hah! Sono loro che si sono allontanati dal tavolo delle trattative. Vuoi che vada a fermarli?”

Hōsen e Nanase non protestarono contro la chiusura delle trattative da parte di Horikita, ma accettarono che le nostre strade si separassero.

Lanciai uno sguardo laterale a Horikita per vedere come stava. Il fallimento delle nostre trattative era stato un grosso ostacolo, ma da quello che potevo capire dall’espressione di Horikita dal suo profilo laterale, non sembrava ancora delusa. Semmai, sembrava che non avesse ancora finito. Come se fossimo ancora nel bel mezzo delle trattative.

Parte 2

Noi tre lasciamo il Karaoke dopo che Horikita pagò il conto. Sembrava che la cosa fosse finita lì, ma Hōsen e Nanase ci seguirono. Sudō si voltò a guardarli minacciosamente di tanto in tanto, ma dato che dovevamo fare la stessa strada per tornare ai dormitori, non potevamo certo lamentarci.

Forse perché ora capiva la situazione, Hōsen ci chiamò in modo un po’ strano. 

“Aspettate.”

“Non c’è motivo di aspettare. Abbiamo già finito di parlare.”

Horikita gli diede il benservito. Ma Hōsen non mostrava alcun segno di cedimento. A quanto pare, l’azzardo di Horikita si era rivelato una buona mossa.

“Ok, è proprio come hai detto tu, Horikita. Quel giorno sono andato a conoscere la tua classe. Perché ho capito subito che in questa scuola la sezione D è il fondo del pozzo, il peggio del peggio. Invece di essere trattato come uno scherzo dal resto delle classi, ho pensato che sarebbe stato più veloce andare a collaborare con voi, essendo compagni di sezione D.”

Allora ci aveva mandato un segnale, proprio come aveva interpretato Horikita. Tuttavia, se volesse formare lo stesso tipo di partnership paritaria e cooperativa a cui stava pensando era una questione completamente diversa.

“Quindi?”

“Quindi? Che vuoi dire con ‘quindi’? Ma dai… Che c’è, ti sta bene lasciare che le trattative vadano a rotoli? Io e te siamo simili, sai? Siamo leader che hanno pensato la stessa cosa. Capisci?”

“Se intendi continuare a fare richieste ridicole, non cambierà nulla.”

“Quindi, hai intenzione di affrontare questo esame speciale così com’è? Lasciare le cose come stanno, essere accoppiati a cazzo e subire la penalità?”

“Esattamente. Siamo pronti a essere penalizzati, se necessario.”

Sarebbe stato sicuramente doloroso, ma non è che questa prova fosse insormontabile. Grazie agli sforzi di Kushida e di altre persone, avevamo già iniziato a garantire la sicurezza degli studenti della nostra classe che erano vicini al grado E e al grado D in termini di capacità accademiche.

“Va bene, ho capito. In questo caso, che ne dici di questa idea?”

Sebbene Horikita non avesse detto nulla sulla ripresa dei negoziati, Hōsen continuò da solo.

“Ordinerò a tutti i membri della mia classe di fare squadra con voi. E tu mi consegnerai i punti. Due milioni.”

Non si trattava affatto di un compromesso. Aveva riaperto i negoziati in modo aggressivo, richiedendo un numero di punti ancora maggiore rispetto a prima.

“Due milioni? Beh, suppongo che ora tu abbia mostrato la tua vera natura.”

“Sì, sì, puoi dire quello che vuoi. Ma è l’unico modo per essere sicuri di non essere espulsi. La maggior parte delle persone nelle altre classi ha già scelto il proprio partner. Eddai, non c’è un cazzo da guadagnare a fare i tirchi. O forse vuoi essere schiacciata dal sottoscritto?”

A questo punto eravamo arrivati all’incrocio in cui il sentiero si diramava in due direzioni distinte per i dormitori del primo e del secondo anno.

Horikita si fermò e si girò per rispondere alla domanda di Hōsen.

“Schiacciata? E come pensi di farlo esattamente? Non puoi intenzionalmente ottenere un punteggio basso al test a causa delle regole. Regole che, tra l’altro, dovete rispettare. Non hai il coraggio di infrangerle, vero? In questo caso, tutto ciò che dobbiamo fare è assicurarci che le squadre ottengano almeno 501 punti, indipendentemente dalla combinazione degli studenti.”

“Non c’è bisogno di andare con qualcosa di così complicato. Ti schiaccerò con questo”, disse Hōsen, brandendo il pugno con un sorriso minaccioso.

“Il controllo attraverso la violenza, eh… Suppongo che ci siano davvero persone ovunque che la pensano come te.”

“Non me ne frega un cazzo di cosa ne pensi. È così che faccio le cose.”

“Suppongo di sì. In questo caso, sembra che non riusciremo mai a capirci.”

Horikita riprese a camminare. Anche alla fine, all’ultimo minuto possibile, non si arrese. O meglio, dovrei dire che Hōsen era il tipo di avversario a cui non poteva arrendersi. Perché se lo avesse fatto, non avremmo mai ottenuto la collaborazione che voleva.

“Aspetta.”

“Cosa c’è adesso?”

“Ho capito. Terrò a mente quello che hai appena detto.”

All’ultimo momento, Hōsen disse qualcosa che non ci aspettavamo.

“Di cosa stai parlando?”

“Voglio dire, è naturale che si cerchi di mantenere il vantaggio in una negoziazione il più a lungo possibile, no?”

In pratica, stava ammettendo di aver cercato di convincere Horikita a cedere e a scendere a compromessi.

“In questo caso, stai dicendo che stai accettando una partnership completamente paritaria?”

“Pensa piuttosto che la nostra chiacchierata sta per andare ai supplementari. Comunque, c’è la possibilità che la gente ci veda parlare qui. Cambiamo luogo.”

Erano quasi le 22 di domenica. La maggior parte degli studenti sarebbe dovuta rientrare nei propri dormitori, ma anche così non si poteva evitare che se qualcuno fosse passato di lì, avrebbe potuto sentire la nostra conversazione.

“Anche se è così, non possiamo portare tutto questo all’interno del dormitorio”, rispose Horikita.

Considerato il coprifuoco, probabilmente non c’erano più luoghi di incontro adatti per noi stasera. Ma con il tempo che sta per scadere per entrambi i gruppi, questo era un problema che non volevamo rimandare ulteriormente.

“Ovunque va bene. Dietro il dormitorio, da qualche altra parte, non m’importa. Non ci vorrà molto.”

Hōsen era pieno di fiducia, quindi Horikita non aveva molte ragioni per rifiutarlo. Dopotutto sperava che lui venisse a cercarla, anche se prima lo aveva ignorato.

“…Molto bene. Hai dieci minuti.”

“Andiamo, da questa parte.”

Ci condusse all’edificio del dormitorio usato dagli studenti del terzo anno l’anno scorso, che ora veniva utilizzato dagli studenti del primo anno. Ci dirigemmo verso il retro dell’edificio, un luogo straordinariamente buio e silenzioso che non serviva ad altro che a buttare la spazzatura. Era improbabile che qualcuno ci vedesse qui.

“Bene, allora continuiamo da dove ci eravamo lasciati. Le condizioni che abbiamo stabilito non sono cambiate. È chiaro?”

“Sì, vediamo…”

Hōsen, dopo essere sembrato perso nei suoi pensieri per un minuto, piegò brevemente le braccia. Poi le incrociò subito e alzò l’indice, il medio e l’anulare della mano destra.

“Tre milioni. Tu mi paghi e io salverò tutti quei ritardati della tua classe ora.”

Dopo aver ascoltato il suo suggerimento, tutti i presenti, me compreso, potemmo solo rispondere con un silenzio stupito.

“Di cosa stai parlando?”

Era questo che significava sentirsi completamente esasperati? Anche Horikita non poté fare a meno di emettere un paio di sospiri. Dovevamo rimettere in piedi i negoziati dopo la loro rottura. Ma ora Hōsen chiedeva ancora più punti di prima. Questo sfidava ogni logica.

“Cosa c’è sei sorda troietta? Ho detto che collaborerò con voi per tre milioni.”

“Smettila di prenderci per il culo. Suzune ti ha già detto che non ti consegneremo neanche un punto!”

“Sono serio. Voglio dire, vi ho dato un’altra opportunità di negoziare con me, no?”

Parlava come se fosse stato lui a organizzare tutto ciò che riguardava le trattative.

“A quanto pare… ho commesso un errore di valutazione nel decidere di ascoltarti.”

La possibilità che Hōsen prendesse una decisione ragionevole era stata un debole raggio di speranza per Horikita. Ma alla fine il suo desiderio non fu esaudito.

“Aspetta, pensi davvero di potertene andare così?”

Sbatté leggermente il pugno contro la parete, con fare minaccioso.

“Che c’è? Pensi che siccome siamo in un luogo isolato, puoi risolvere le cose con la violenza? Il tuo solito modo di fare?”

“Come minimo, posso picchiarvi fino a farvi morire. Che ne pensi?”

“Fai pure, fai quello che vuoi.”

Scosse la testa e fece per andarsene, probabilmente perché non pensava che Hōsen sarebbe arrivato alle mani. Ma Nanase, che era in piedi accanto a lui, distolse leggermente il viso, quasi come se avesse anticipato ciò che stava per accadere.

Hōsen si mosse.

“Suzune!!!” gridò Sudō freneticamente, precipitandosi verso Horikita e tirandola indietro.

Il piede di Hōsen sfrecciò proprio nel punto in cui Horikita si trovava pochi istanti prima. E poi, all’improvviso, l’enorme matricola si abbatté su di lei.

“Aspetta, cosa…?!”

Horikita si rese conto che Hōsen stava seriamente cercando di farle del male, ma non riuscì comunque ad allontanare il suo corpo. Sudō intervenne per proteggerla, ricevendo i ripetuti colpi di Hōsen.

“Grh!”

“Hahaha! Dai, fammi vedere quanto puoi sopportare!”, gridò Hōsen.

“Per me va bene! Fatti sotto! Qualsiasi idiota che alzi la mano contro Suzune non avrà alcuna pietà da parte mia!”

Hōsen, ridendo come se si stesse divertendo un mondo, si lanciò all’attacco di Sudō. E Sudō, che aveva già superato i limiti della sua pazienza, rispose a sua volta.

“Cosa, cosa diavolo sta pensando questo tipo…!?”, gridò Horikita.

Non c’è da stupirsi che fosse così sconvolta per la rissa che era scoppiata all’improvviso. Per quanto questo posto non fosse controllato, sarebbe stato sicuramente un problema se fossimo stati scoperti. Altro che sospensione, potremmo benissimo essere espulsi.

“Horikita-senpai, può essere che le circostanze in questa scuola sono un po’ cambiate rispetto a prima?” disse Nanase, osservando questa incomprensibile piega degli eventi con uno sguardo freddo. “Così come voi conoscete bene come erano le cose l’anno scorso, noi nuovi studenti capiamo la situazione attuale meglio di voi.”

“Cosa vuoi dire…?” 

“Alcuni rappresentanti del primo anno sono stati convocati nella sala del consiglio studentesco dal presidente del consiglio studentesco Nagumo, che ci ha spiegato di persona lo stato delle cose. Ci ha detto che da quest’anno la scuola sarà più meritocratica. E che quindi gli studenti avrebbero avuto un maggior grado di libertà.”

“Stai dicendo che combattere è una di queste libertà?”

“Non è quello che sto dicendo. Tuttavia, per quanto Hōsen-kun ha potuto confermare, una certa quantità di scontri tra studenti è considerata inevitabile. E il presidente Nagumo ha promesso che non sarà così severo nel suo giudizio come è stato l’anno scorso.”

A differenza del fratello maggiore di Horikita, Manabu, Nagumo aveva una mentalità molto più permissiva quando si trattava di combattere. Il consiglio studentesco aveva il compito di mediare le dispute tra gli studenti, quindi se era vero che intendevano consentire un certo grado di combattimenti, questo incidente aveva molte meno probabilità di causare problemi.

Mentre Horikita e Nanase parlavano, lo scontro tra Hōsen e Sudō si stava rapidamente concludendo e il vincitore cominciava a essere chiaro.

“Orah!”

Anche se Sudō era stato dotato di un fisico imponente, Hōsen riuscì a spingerlo contro il muro con una forza superiore. Poi afferrò Sudō per il colletto con entrambe le mani, sollevandolo in aria tanto che le sue gambe non toccavano più il suolo.

“B-bastardo!”

Anche se era alle corde, Sudō cercò disperatamente di reagire. Ma sospeso in aria, poteva solo difendersi, non attaccare. Hōsen esercitava una pressione così forte su di lui che sembrava quasi volerlo far attraversare il muro.

“Ngh! F-figlio di puttana!”

Afferrò entrambe le braccia di Hōsen e, nonostante fosse tenuto in posizione con un raggio di movimento limitato, lo colpì con il ginocchio. Hōsen barcollò leggermente e Sudō riuscì a liberarsi dalla presa. Subito dopo, però, Hōsen lo colpì con una serie ripetuta di calci. Sudō si era preparato a reggere i colpi, ma la loro forza lo mandò a sbattere contro il muro.

Prima che scoppiasse la rissa, erano sembrati l’uno all’altezza dell’altro. Ma ora che avevano cominciato a combattere davvero, la differenza era notevole. Sudō si era fatto dei nemici piuttosto facilmente e probabilmente anche lui era stato coinvolto in parecchie risse. Grazie al suo atletismo e al suo fisico, affinato giocando a basket, quasi nessuno era stato alla sua altezza.

Tuttavia, Hōsen era di un’altra categoria. Probabilmente aveva partecipato a molti, molti più combattimenti di Sudō. E probabilmente aveva affrontato situazioni estremamente violente e pericolose. La differenza di esperienza era evidente.

Inoltre, le sue braccia erano così forti e spesse che era difficile credere che lui e Sudō avessero solo un anno di differenza. Eppure, nonostante la stazza, i suoi movimenti erano rapidi, dimostrando una sorta di agilità innata.

C’era un motivo per cui persino Ryūen, tra tutti, si era trattenuto dal combattere Hōsen. Sapeva cioè che Hōsen non era il tipo di avversario che si poteva battere in un combattimento corpo a corpo.

Tuttavia, Sudō non si sarebbe arreso così facilmente. Era uno degli studenti più forti dell’intera scuola, superiore alla maggior parte degli altri. Ma questo significava solo che avrebbe finito per subire i colpi di Hōsen per molto, molto più tempo.

Hōsen continuò a colpirlo, tempestandolo di colpi a destra e a sinistra. Per quanto Sudō volesse aprirsi un varco e trovare una via, il meglio che poteva fare era semplicemente incassare i pugni furiosi di Hōsen. Ogni volta che cercava di passare all’offensiva, anche se solo leggermente, arrivava un altro colpo che trafiggeva istantaneamente le sue difese.

“Nessuno ha da guadagnarci!”, gridò Horikita.

Le sue parole non raggiunsero Hōsen. A questo punto, era impossibile fermarlo solo con le parole.

Tuttavia, arrivarono alle orecchie di Sudō. Anche se solo per un breve istante, Sudō guardò Horikita. Sentire la voce della ragazza che doveva proteggere, in qualche modo, accendeva in lui un grande fuoco.

“Oraaaah!”

Sudō affrontò Hōsen con la determinazione di chi è pronto a mettere in gioco la propria vita, spingendolo lontano dal muro e cercando di buttarlo a terra.

“Oh ho, vuoi fare una prova di forza pura, eh?”

Afferrò la grande stazza di Sudō, sorridendo, si aggrappò a lui e lo sollevò di nuovo in aria.

“Co… cosa?!”

Hōsen girò Sudō in modo che si trovasse contro il muro. Lo spinse via e poi lo schernì, facendogli cenno di avvicinarsi con la mano sinistra.

“Oh, povero piccolo, stare con le spalle al muro è stato troppo per te? Questo dovrebbe essere un handicap sufficiente, quindi attaccami!”

“Ne ho abbastanza di te!”, urlò Sudō, totalmente immerso nello scontro.

Si preparò ad attaccare Hōsen, completamente impegnato a prendere il sopravvento, ma prima che potesse farlo…

“Ehi, Sudō, guarda Horikita laggiù. Ti sta guardando in modo feroce, è incazzata. Non credi?”, disse Hōsen, stringendo i pugni e puntando un dito contro Horikita, alle spalle di Sudō.

Nel bel mezzo della lotta, Hōsen aveva fatto qualcosa che lo aveva lasciato completamente indifeso. Sudō si rese conto di aver perso completamente la calma e di essere finito in una vera e propria rissa. In preda al panico, distolse lo sguardo dal potente avversario che aveva di fronte e tornò a guardare Horikita.

Certo, Horikita non era entusiasta che Sudō facesse a botte. Ma non lo stava nemmeno guardando. La sua espressione era preoccupata, agonizzante su ciò che avrebbe dovuto fare, incapace di fare altro che gridare loro di fermarsi.

Nel momento in cui Sudō si voltò a guardare Horikita, era distratto. Il varco era aperto. Quando si rese conto di ciò che era successo, era già troppo tardi. Hōsen, con un ghigno malvagio sul volto, assestò un colpo furioso sulla guancia di Sudō mentre stava ancora guardando dall’altra parte. Un colpo duro che lo colse completamente di sorpresa.

Anche se Sudō era certamente un combattente forte che poteva sopportare molti colpi, il colpo che aveva appena ricevuto era probabilmente la cosa più dolorosa che avesse mai provato. Se fosse stato un normale studente con un normale collo, avrebbe potuto essere più che doloroso, avrebbe potuto ferirlo seriamente.

Volò all’indietro con tale forza che scivolò sul terreno dopo essere atterrato, incapace anche solo di tentare di attutire la caduta.

“Nghh…?!”

Emise un gemito quasi impercettibile, quasi svenendo per il dolore. Hōsen, che finora aveva controllato l’intero combattimento senza usare trucchi sporchi, aveva deliberatamente attirato Sudō in una semplice trappola. Per ferirlo non solo fisicamente, ma anche mentalmente.

Sebbene Sudō non sembrasse aver perso conoscenza, si contorceva a terra agonizzando. Mi ritrovai a chiedermi di nuovo che tipo di persona fosse Hōsen Kazuomi. Mi chiesi a cosa stesse pensando Hōsen, cosa gli passasse per la testa, cosa lo avesse portato oggi al tavolo delle trattative.

Era vero, proprio come aveva detto Horikita, che sembrava che volesse qualcosa dalla nostra classe quando ci eravamo incontrati per la prima volta. E come lo stesso Hōsen aveva ammesso prima, aveva pensato che sarebbe stato utile fare squadra con una classe di sezione D. Fino a quel momento, aveva semplicemente usato la sua posizione di superiorità come merce di scambio nelle nostre trattative, e non c’era nulla di particolarmente sbagliato in questo. Tuttavia, quando vide la linea netta tracciata da Horikita, capì che continuare a fare pressione su di noi sarebbe stato impossibile.

Si rese conto che se avesse continuato a essere così insistente nelle trattative, Horikita avrebbe rinunciato all’idea di lavorare insieme. Ma anche così, invece di cercare un compromesso e di incontrarci a metà strada, diventò ancora più aggressivo, violento e bellicoso. Gettò l’acqua in faccia a Horikita e stava attaccando seriamente Sudō, proprio in questo momento.

Come poteva essere così violento e aggressivo quando rischiava di essere sospeso o espulso? Era a questo che stavo pensando per tutto questo tempo. Hōsen pensava davvero di poter ribaltare le sorti della scuola a suo favore con la forza? No, non potevo pensare che uno come lui fosse così sciocco. In questo caso, cosa stava cercando? Cosa sperava di ottenere esattamente Hōsen da questo incontro?

“Bene, sembra che la tua fidata guardia del corpo stia mangiando la terra. Chi è il prossimo?”

Si avvicinò, guardando a turno Horikita e me. Anche se aveva appena finito di combattere con Sudō, non sembrava nemmeno senza fiato.

“Pensi che… pensi che ci sottometteremo ai tuoi atti di violenza?”

“Se non lo fate continuerò a picchiarvi a sangue. Forse vi farò anche firmare un accordo vincolante o due mentre state piangendo a dirotto. E se vi rifiuterete di fare tutto questo, allora continuerò a darvi la caccia senza sosta, fino a portarvi alla morte.”

Per quanto il consiglio studentesco avesse dichiarato di voler essere tollerante nei confronti dei combattimenti, ci sarebbero state delle conseguenze se si fosse andati troppo oltre. Inoltre, se Hōsen costringeva Horikita a firmare qualcosa in queste circostanze, non c’era modo che potesse essere considerato legittimo. Horikita poteva fingere di obbedire ai suoi ordini e stare al gioco per calmare la situazione, ma non pensavo che l’avrebbe fatto. Perché semplicemente non poteva cedere al modo di fare di Hōsen.

“…Così sia. Allora sarò io a fermarti.”

Si irrigidì e assunse una posizione di combattimento.

“Oh, ragazzi, non è una cosa da poco. Se vuoi farlo, sono più che felice di accontentarti.”

Probabilmente Hōsen non si aspettava che Horikita avesse una qualche esperienza di arti marziali. Tuttavia, non era il tipo di avversario che sarebbe caduto in trucchi da quattro soldi. Questo era un aspetto che Horikita ancora non capiva.

Improvvisamente, senza alcun preavviso, Hōsen sporse il suo grosso braccio. Horikita schivò agilmente e sferrò un attacco, mirando direttamente al mento di Hōsen. Sperava di risolvere la situazione con un colpo improvviso e decisivo, subito dopo.

“Oh ho?”

Tuttavia, Hōsen afferrò il pugno delicato di Horikita con una facilità quasi allarmante.

“Guarda che troietta, è stata una bella mossa. Ma peccato.”

Hōsen sollevò l’altra mano in alto e iniziò a schiaffeggiare Horikita in faccia. Horikita cercò di difendersi o di schivare gli attacchi, naturalmente, ma di fronte alla velocità schiacciante di Hōsen non poté fare altro che incassare i colpi. Venne fatta volare all’indietro, quasi come se fosse stata colpita con un pugno, e rotolò, ma poi si riprese.

“S-Suzune!” gridò Sudō, stringendo i denti e cercando di rialzarsi.

Ma le sue gambe non si muovevano come voleva, quindi non riusciva a stare in piedi correttamente.

“Ehi, Horikita. Facciamo sto cazzo di contratto”, minacciò Hōsen a Horikita, che era crollata a terra e guardava in alto lottando contro il dolore. “Cinque milioni. Cinque milioni e tutto andrà bene. Che ne dici?”

Il prezzo era salito alle stelle. Era balzato così in alto da essere impossibile da pagare.

“C-che razza di scherzo malato è questo…? Ayanokōji-kun, chiama… chiama gli insegnanti…”

A questo punto, l’intervento di un adulto era probabilmente l’unico modo per contenere la situazione. In alternativa, se si fosse radunata una folla, anche Hōsen non avrebbe avuto altra scelta che fermarsi.

“Pft, quindi dopo aver capito che non sei all’altezza di me, vai a dire che…? Beh, non importa. Sei sicura di voler seguire questa strada? Anche se non tutti avete cercato di affrontarmi, il fatto è che alcuni di voi hanno risposto con dei pugni, non è vero? Che mi dite di questo? Siete sicuri di voler essere sospesi insieme a me?”

Anche se ci fossimo appellati alla scuola e avessimo cercato di far valere le nostre ragioni per reagire, era inevitabile che saremmo finiti sotto tiro. Tuttavia, se volevamo evitare altre tragedie, avremmo dovuto far intervenire una terza parte.

“Stronzo!”, gridò Sudō.

“Stai giù ritardato!”

Sudō era riuscito a rialzarsi e si era lanciato di nuovo contro Hōsen. Ma Hōsen lo abbatté con un calcio spietato e poi puntò finalmente su di me.

“Per quanto tempo hai intenzione di stare lì a guardare, eh?”

“S-scappa… Ayanokōji… kun…”

“Scappa? Non ci pensare. Se scappi, le ferite di Horikita e Sudō peggioreranno molto, molto di più.”

Anche adesso continuavo a pensare. Cosa voleva fare esattamente Hōsen? Stava davvero cercando di usare la violenza per avanzare una richiesta che non sarebbe mai stata soddisfatta? No. Era semplicemente illogico.

“Horikita. Ti darò un’ultima possibilità.”

“… Ultima?”

“Se ti sottometti a me qui, ora, e mi dai i punti… lascerò vivere Ayanokōji.”

Mentre Hōsen diceva questo, mise la mano in tasca e tirò fuori qualcosa. Per un attimo non riuscii a capire cosa fosse a causa dell’oscurità. Ma quando tolse ciò che lo copriva e ne rivelò il bordo appuntito, vidi qualcosa che brillava d’argento.

“T-tu hai…!”

“Qualcosa non va con i tuoi occhi? È un coltello, chiaro e semplice!”

Dal modo in cui brillava, era chiaramente diverso dai coltelli retrattili che si vedono usati come oggetti di scena.

“Se dici di no alla mia offerta, pugnalerò Ayanokōji con questo.”

“Finiscila con queste sciocchezze!”

“Quali sciocchezze? Non ci sono sciocchezze. Se posso ottenere dei punti, mi spingerò volentieri fino a questo punto. Capisci?”

Si avvicinò lentamente a me, tenendo il coltello nella mano destra.

“Dopo tutto questo, però, ancora non capisco. Cosa ti rende così speciale?”, disse guardandomi negli occhi. Sembrava allo stesso tempo sprezzante ed esasperato. “Fanculo, forse non avevo nemmeno bisogno di andare a fare tutta questa merda rischiosa in primo luogo!”

Dalle sue parole sembrava quasi che questa assurda serie di eventi fosse il risultato delle sue precauzioni. Di essere diffidente nei confronti di qualcosa. Passo dopo passo, Hōsen si avvicinò a me.

Chi intervenne e cercò di fermarlo fu la persona della sua classe. Nanase.

“Per favore, non andare oltre! Dopotutto non posso approvare i tuoi metodi… non posso!”

Si mise in mezzo a noi, spalancando le braccia e bloccando Hōsen.

“Muoviti, Nanase. Sei qui solo per assicurarti che nessuno scappi. Quindi vai a fare la cazzo di guardia.”

“Ho pensato che, se fosse stato per il bene della nostra classe, avrei potuto darti il mio sostegno fino alla fine, Hōsen-kun. Non importa quanto fossero terribili le tue strategie, ne ero convinta. Ma a quanto pare mi sbagliavo.”

Anche se Nanase si trovava di fronte a Hōsen e gli sbarrava la strada, diresse il suo sguardo verso Horikita.

“Horikita-senpai, lavorare insieme a Hōsen-kun è stato impossibile sin dall’inizio. Ti è venuta l’idea di formare una partnership dopo che Hōsen-kun è venuto al tuo piano e ha detto qualcosa sulla tua classe. Ma… non era altro che uno stratagemma, fin dall’inizio. Anche se gli avessi pagato una somma ridicola di punti, come i cinque milioni, avresti subito lo stesso destino.”

Dopo aver sentito questa scioccante verità da Nanase, Horikita non poté fare a meno di sentirsi ancora più scossa e turbata. Per quanto avesse fatto pressione su Hōsen per negoziare, per quanto si fosse impegnata, lui non l’avrebbe mai ascoltata. E non era affatto colpa di Horikita. Nessuno da parte nostra poteva prevedere che le cose sarebbero andate in questo modo.

Questa inspiegabile serie di eventi fu probabilmente il risultato di una distribuzione ineguale delle informazioni. C’erano informazioni che erano state date a Hōsen e Nanase, ma non a noi. In queste circostanze, non c’è mai stato modo di condurre una vera trattativa.

“Dannazione, tutte le tue lagne mi fanno davvero incazzare. Sei tu che hai detto che mi avresti lasciato gestire tutto, ricordi? Se faccio fuori Ayanokōji, la nostra classe otterrà tonnellate di punti. È ovvio che questo ci darà un grande vantaggio”, disse Hōsen.

“Sì, suppongo che tu abbia ragione. Ma non riesco ancora a capire perché sia solo Ayanokōji-senpai a dover essere preso di mira in questo modo.”

“Non sono affari miei. Se hai intenzione di intralciarmi, allora puoi anche levarti dalle palle!”, gridò Hōsen. La sua forma enorme si abbatté su Nanase e la schiaffeggiò, proprio come aveva fatto con Horikita.

Mentre ero lì da solo a guardare questo spettacolo, giunsi a un’unica conclusione. E con questa, aveva tutto un senso.

“Eccomi, Ayanokōji!”

Nella mano destra di Hōsen c’era chiaramente un’arma pericolosa. Naturalmente, tutti pensarono che avesse intenzione di usarla contro di me. Hōsen, sorridendo, alzò il coltello. Io mi protesi in avanti, preparandomi, e allo stesso tempo sentii che i miei pensieri stavano diventando più chiari.

“Ayanokōji-kun…!”

Mentre tutti gli altri pensavano che avrei dovuto scappare da Hōsen in una situazione del genere, io invece mi stavo precipitando verso di lui. Scommetto che in quel momento stavano pensando tutti la stessa cosa: che avevo perso la testa. Dopotutto, affrontare qualcuno con un coltello in mano non era esattamente il segno di una persona sana di mente. E Hōsen non era nemmeno un avversario debole e da due soldi. Era già formidabile in partenza.

Ma vedendo questo, il sorriso di Hōsen si allargò. Probabilmente pensava che fossi un idiota per essere balzato verso di lui. Ma in realtà non stavo cercando di impedirgli di pugnalarmi correndo verso di lui in questo modo.

Hōsen, percependo che mi stavo avvicinando, accelerò l’arco del braccio verso il basso. Ciò su cui stava brandendo il coltello, ciò su cui stava puntando la lama, non era il mio corpo.

Hōsen Kazuomi mirava a se stesso.

Mentre era a metà del suo movimento, usai la mano sinistra per impedire che il coltello raggiungesse la sua destinazione. 

Non lo feci afferrando il suo braccio. Né cercai di scansarmi. Invece, spinsi il palmo della mano in avanti.

“Cos…!?”, gridò Hōsen sorpreso.

Quello che avevo appena fatto era qualcosa che chiaramente non si aspettava. Beh, suppongo che sarebbe stato quasi impossibile per lui prevedere le mie azioni. Nessuno avrebbe pensato che mi fossi lasciato pugnalare di proposito.

Il braccio che Hōsen aveva fatto scendere si fermò completamente e il sorriso sul suo volto svanì in un istante.

“Tu… Ayanokōji!!!”

Era perplesso, naturalmente. Chiunque sarebbe rimasto perplesso dalla mia decisione di lasciarmi deliberatamente pugnalare. Le mie azioni dovevano sembrare disperate e sconsiderate.

Il sangue fresco sgorgava dal punto in cui il coltello mi aveva trafitto il palmo.

“Quel coltello. O, per essere più precisi, quel coltello da frutta. È quello che ho acquistato”, dissi a Hōsen.

“Cosa cazzo stai dicendo…?”

“Stavi per pugnalarti alla gamba usando quel coltello. Un coltello che appartiene a me. Successivamente, tutto quello che dovevi fare era fare storie per essere stato accoltellato, e poi mi avresti fatto espellere, usando la tua ferita come prova fisica. Era questo il tuo piano, vero?”

A giudicare dal modo in cui Hōsen aveva impugnato il coltello mentre lo brandiva, era chiaro che non intendeva pugnalare qualcun altro. Teneva la lama a un’altezza tale da far sembrare che qualcun altro lo stesse pugnalando, ed era evidente che roteava il coltello tenendo il manico al contrario, in modo da poterlo conficcare nella gamba con più forza.

“Ah…! Quindi, hai capito tutto questo, ma ti sei comunque lasciato pugnalare, eh? Sei fuori di testa?” rispose Hōsen con una risatina secca, anche se era certamente un po’ scosso.

“Perché questo era il modo migliore per fermarti completamente. Inoltre, avevi comunque in mente un piano simile. Sei venuto qui preparato a ricevere una grave ferita.”

Anche se la si considerava una strategia valida, la maggior parte delle persone non riusciva a commettere un atto di autolesionismo così pericoloso. Ed era proprio per questo che avrebbe potuto pugnalarsi e sostenere che ero stato io a farlo.

“Sembra che ci sia un altro tipo di esame speciale in corso. Un esame che è stato dato a un numero limitato di voi del primo anno. E a giudicare dalla tua conversazione con Nanase, la natura di quell’esame è di farmi espellere. L’idea era di attirarmi in qualche modo in questo posto e costringermi a combattere. Avresti tormentato Horikita e Sudō, poi avresti detto che ero andato su tutte le furie e ti avevo attaccato con un coltello che portavo con me, per sicurezza, e ti avevo accoltellato. Poi mi avresti fatto espellere… Questo è il tuo assurdo piano.”

Anche se la scuola fosse presumibilmente più tollerante nei confronti delle risse, l’uso di un coltello non verrebbe affrontato semplicemente con una sospensione. Probabilmente si arriverebbe non solo all’espulsione, ma anche a una denuncia penale.

“Ho sentito dire che non sei qualcuno con cui scherzare. Ma ad essere sincero, non ho avuto l’impressione che tu fossi un duro, quindi non ho pensato molto a te. Voglio dire, non avrei mai immaginato che ti saresti lasciato pugnalare in quel modo… Come fai a sapere che questo coltello appartiene a te?”

“Ho fatto delle ricerche per conto mio. Fino a ieri, ero ancora l’unica persona che aveva acquistato un coltello qui. Eppure, tu ne hai uno. Il che significa che la risposta è piuttosto ovvia.”

Sarebbe stato abbastanza semplice per me scivolare sotto il movimento di Hōsen e afferrargli il braccio. Tuttavia, questo non avrebbe fondamentalmente risolto il problema. Tutto ciò che doveva fare era allontanarsi da me e cercare di pugnalarsi di nuovo. L’unico modo per fermarlo con certezza era fare in modo che non potesse mettere in atto la sua strategia.

Hōsen cercò di estrarre il coltello dalla mia mano, ma io tenni il suo pugno bloccato con la sola forza della mia presa.

“…Che cazzo… sei…?” 

Avendo compreso la portata della mia forza, perse completamente la compostezza che aveva fino a pochi istanti prima.

“Allora, cosa farai adesso? Anche se sono io il proprietario di questo coltello, sei tu che mi hai accoltellato. E per di più so che hai cercato di comprarlo tu stesso prima. Se non riesci a trovare una soluzione, sarai espulso, Hōsen.”

Le mie impronte erano sul manico, ma anche quelle di Hōsen. E il fatto che il coltello mi stesse attraversando il palmo della mano non poteva essere facilmente spiegato. La strategia che Hōsen aveva escogitato si era ritorta contro di lui.

“Aspetta, hai capito così tanto…?!”

Dopo che Hōsen finì di fissarmi, lasciò andare il coltello e mise un po’ di distanza tra noi. Il coltello rimase conficcato nel mio palmo. Ora la situazione era completamente cambiata.

Nel frattempo, Horikita e Sudō si rialzarono lentamente, iniziando a recuperare le forze.

“S-stai bene… Ayanokōji-kun?”

“Ayanokōji…”

“Non preoccupatevi.”

Era comprensibile che i miei due compagni di classe fossero perplessi per tutto ciò che stava accadendo, ma questo avrebbe dovuto aspettare. Per me era essenziale chiudere completamente Hōsen in questo momento.

“Accidenti, ma quanto ne sai…? Aspetta, Nanase! Non dirmi che sei andata a spifferare tutto a lui. L’hai fatto?”

“Non ho detto nulla.”

“La prima volta che ho avuto la sensazione che ci fosse qualcosa di strano è stato quando ho fatto shopping con Amasawa al Keyaki Mall.”

“Amasawa-san? Stai dicendo che è coinvolta in questo…?” chiese Horikita.

“Sì. Quando Hōsen stava per comprare un coltello, lei lo ha fermato. Il commesso del negozio l’ha visto accadere. Sei tu che hai ideato questo piano assurdo, Hōsen, ma è stato Amasawa a perfezionarlo. Se ti accoltellassi con un coltello che hai comprato, la scuola indagherebbe e tu saresti nei guai. Ma se tu potessi in qualche modo assicurarti che il coltello l’ho comprato io, ci sarebbero buone probabilità di ribaltare completamente la situazione.”

Il motivo per cui Amasawa aveva scelto deliberatamente il coltello da frutta era perché era l’unico dotato di fodero, il che probabilmente lo rendeva la scelta più conveniente per Amasawa e Hōsen. Certo, c’erano altri modi per nascondere una lama esposta, ma se si considerava che l’avremmo portata con noi, comprarne uno con il fodero era l’opzione più semplice e affidabile.

Avevo avuto la sensazione che ci fosse qualcosa di strano quando Amasawa aveva scelto questo coltellino, senza alcuna esitazione, in un negozio in cui non sarebbe mai dovuta entrare. Questa fu la prima cosa che mi colpii. Poi, venerdì Amasawa venne a trovarmi in camera. Disse che aveva perso l’elastico per capelli, ma l’unico motivo per cui era venuta era per recuperare il coltellino. Era lecito pensare che avesse deliberatamente perso l’elastico per capelli o che stesse semplicemente mentendo.

Inoltre, era possibile che mi accorgessi della mancanza del coltello se fosse venuta a recuperarlo troppo presto. Perciò si assicurò di aspettare fino all’ultimo minuto possibile, cercando il momento giusto. Prese il coltello dalla mia stanza senza lasciare le sue impronte digitali e lo offrì a Hōsen. Se non fosse riuscita a recuperare il coltello, probabilmente avrebbero rimandato il loro piano.

“Tch. Immagino che lavorare con quell’idiota sia stato un errore, eh?”

“No, non proprio. È stato grazie ad Amasawa che il tuo piano è andato in porto. Se avessi agito da solo, tutto sarebbe andato a rotoli.”

“Non importa. Comunque, sembra che ora tu abbia la meglio, Ayanokōji-senpai.”

Il sangue della mia ferita era finito anche sui vestiti di Hōsen. Non c’era modo di tirarsi fuori da questa situazione. Anche se avesse ripreso il coltello e si fosse pugnalato alla gamba, non sarebbe stato in grado di girare la situazione a suo favore. Naturalmente, se avesse cercato di farlo, avrei usato tutta la mia forza per fermarlo.

Hōsen, che si trovava di fronte a me in questo momento, poteva probabilmente percepirlo lui stesso. La cosa importante era ciò che veniva dopo.

“Horikita, Sudō e io possiamo tenere questa faccenda tra noi.”

“Cosa stai tramando? Vuoi buttare via questa preziosa occasione per farmi buttare fuori dalla scuola?”

“In cambio, ho due condizioni.”

“Due?”

Probabilmente sapeva già la prima senza che io dovessi dirlo.

“Accetterai di avviare una collaborazione equa con Horikita, tra le nostre due classi.”

“Beh, non è che abbia molta scelta, visto che se dico di no mi cacciano. Qual è l’altra condizione?”

“Voglio che tu faccia coppia con me per l’imminente esame speciale.”

Dal momento in cui avevo posato gli occhi su Hōsen per la prima volta, avevo pensato che se fossi stato in grado di scegliere il partner che volevo, avrei scelto lui. Avevo diverse ragioni per pensarlo, ma la più importante era che non sembrava preoccuparsi minimamente di attirare l’attenzione sul suo comportamento problematico. Se fossi stato al posto di Tsukishiro, avrei dato istruzioni a chiunque mi avesse mandato dietro di non fare nulla che potesse dare nell’occhio.

Se le trattative con Horikita non avessero funzionato, avevo preso in considerazione l’idea di contattare Hōsen privatamente e cercare di trovare un accordo con lui. In questo senso, questa catena di eventi era piuttosto conveniente per me.

“…Dici sul serio?”

“Ti sei appena iscritto qui. Ci sono ancora innumerevoli cose che non hai fatto. Se vieni espulso adesso, sarà tutto finito. Non potrai mai goderti nessuna di esse. Non so come fossero le cose quando eri alle medie, ma le voci che dicono che sei alla pari con Ryūen finiranno per restare così. La gente dirà che non eri poi così importante. E in base a ciò che ho visto da Ryūen nell’ultimo anno, non puoi nemmeno lontanamente paragonarti a lui come sei ora.”

“Figlio di puttana…!”

Hōsen Kazuomi era un ragazzo incredibilmente orgoglioso. Aveva un’alta considerazione di sé e si considerava una persona forte. Anche se poteva essere fisicamente più forte di Ryūen, lo avrebbe fatto infuriare sentirsi dire che Ryūen era migliore di lui.

Ma soprattutto, non riusciva a digerire l’idea di essere superato da me. Se Hōsen, che aveva una B+ in Capacità Accademica, avesse deliberatamente fatto 0 all’esame, sarebbe stato inevitabilmente espulso.

Naturalmente, era del tutto possibile che cercasse di farmi fuori con lui per vendicarsi. Sebbene fossi il più sicuro possibile che non fosse lui lo studente della White Room, era anche vero che non ero sicuro al 100%. Non avrei mai potuto scagionarlo completamente da quell’unico sospetto, per quanto avessi indagato ed esaminato a fondo.

Tuttavia, ora le cose erano cambiate. Anche se Hōsen aveva deliberatamente sabotato l’esame, il fatto che fossi stato pugnalato rimaneva. Se fosse stato chiaro che c’era stato qualcosa di strano dietro le quinte, nemmeno Tsukishiro sarebbe stato in grado di imporre subito la mia espulsione. La scuola avrebbe certamente voluto indagare sulla questione per capire esattamente cosa fosse successo e perché Hōsen avesse preso zero all’esame. Qualunque trucco Tsukishiro avesse tentato di mettere in atto, avrei mantenuto la mia posizione fino a quando l’espulsione non sarebbe stata più possibile.

“Ehi, va bene, molto bene, Ayanokouji-senpai! Non ho mai avuto un avversario che mi facesse ribollire il sangue come te. Il solo costringerti ad arrenderti non mi basterà più. Invece ti picchierò a morte, quindi spero che tu non veda l’ora.”

Quel lieve accenno di tentennamento era ormai un ricordo del passato. Hōsen aveva già cambiato marcia e si stava concentrando sulla prossima battaglia.

“Rimarrò qui. Ci sono ancora alcune cose che devo spiegare ad Ayanokōji-senpai”, disse Nanase.

“Eh? Cosa stai tramando, Nanase?”

“Ho deciso che sarebbe nell’interesse della 1-D dirgli alcune cose. Ayanokōji-senpai e Horikita-senpai sono molto diffidenti nei nostri confronti in questo momento. Se è così, non credi che sarebbe una buona idea assicurarci che siano prudenti anche nei confronti di tutte le altre classi?”

Pur non capendo esattamente dove Nanase volesse arrivare, Hōsen sembrò accettare la sua proposta.

“Come vuoi, fai pure.”

E con ciò fu il primo ad andarsene, dirigendosi verso il dormitorio.

Parte 3

Ora eravamo solo Horikita, Sudō, la studentessa del primo anno Nanase e io. Sebbene fossi sicuro che ci fossero alcune cose da discutere, c’era qualcos’altro di cui dovevamo occuparci prima. In particolare, calmare Horikita, che aveva perso la calma dopo aver visto il coltello che mi aveva trafitto la mano sinistra.

“C-che cosa dobbiamo fare…? Il… il coltello, voglio dire, dovremmo… dovremmo toglierlo?”, balbettò. L’Horikita, di solito fredda e composta, probabilmente non si era mai trovata in una situazione del genere.

“No. So che probabilmente non è bello da vedere, ma per il momento dovremmo lasciarlo stare”. Se lo tirassimo fuori con noncuranza, potrei perdere molto più sangue. “Ma soprattutto, che ne è di voi due? State bene?”

“Guardando la tua ferita, direi che sono praticamente indenne…”, disse Horikita.

“Sì… anch’io sto bene”, disse Sudō.

Si avvicinò, finché non fu in piedi accanto a me. Il suo volto si contorse per il disgusto quando vide lo stato miserabile della mia mano sinistra.

“Cavolo, come fai a rimanere così calmo con la tua mano così?”

“Hm, non lo so. Chissà.”

Mi comportavo come al solito. Niente di speciale.

“Ma, amico, tipo… sei bravissimo a combattere, wow…”

“Mi sono solo imposto di fermare il coltello, tutto qui.”

“…A me però non è sembrato così”, disse Sudō, dicendo quello che aveva pensato quando mi aveva visto caricare Hōsen poco prima.

Sudō si era trovato in diverse situazioni di violenza nel corso della sua vita. Non pensavo di poterlo ingannare, e probabilmente non avrei potuto ingannare nemmeno Horikita.

Tirai fuori il telefono con la mano destra e composi il numero che mi avrebbe messo in contatto con Chabashira.

“È successo qualcosa per cui ho bisogno di un po’ di aiuto. In questo momento sono dietro l’edificio del dormitorio del primo anno. Puoi venire velocemente? Con discrezione, naturalmente. Oh, e inoltre, per favore, porta un asciugamano.”

Sebbene Chabashira sembrasse un po’ perplessa per la mia improvvisa chiamata, percepì l’urgenza della situazione e promise di recarsi subito sul posto. Nel frattempo, probabilmente sarebbe meglio non muoversi da questo punto. Sarebbe pericoloso se altri studenti vedessero lo stato della mia mano mentre cambiamo posizione.

Tuttavia… Nanase non mostrava alcun segno di turbamento. Non si lasciò intimidire, rimase calma e tranquilla anche dopo aver visto il coltello che mi trafiggeva la mano e il sangue che fuoriusciva. Non sembrava minimamente infastidita da quello spettacolo grafico e visivamente impressionante.

“Allora, Nanase, puoi dirci cosa sta succedendo?” Chiesi.

“Se non lo faccio, allora sembra che la 1-D sarà messa in una posizione piuttosto difficile, quindi lo farò.”

“Eri consapevole che le cose sarebbero andate così… Vero?”, chiese Horikita.

“Esatto. L’idea era che Hōsen-kun si accoltellasse alla gamba e facesse espellere Ayanokōji-senpai.”

Non sembrava affatto sentirsi in colpa o vergognarsi. Spiegò ciò che avevano pianificato con lo stesso tono educato che usava di solito.

“Stai dicendo che la cordialità che ci hai mostrato faceva parte della recita?”

“No, non è così. Voglio davvero unire le forze con voi, Horikita-senpai, e che le nostre classi si sostengano a vicenda. È solo che… il piano per colpire Ayanokōji-senpai era la nostra priorità assoluta.”

Il che significa che il motivo per cui Hōsen e Nanase erano così ossessionati dalla nostra classe era perché c’ero io.

“Perché hai fatto tutto questo? Inoltre, a differenza di Ayanokōji-kun, non ricordo di avervi mai perdonato per quello che è successo stasera. A seconda di come si svolgeranno le cose, potrei pensare di denunciarvi subito alla scuola.”

Horikita, non riuscendo a capire perché fossi stato preso di mira, fece pressione su Nanase perché rispondesse.

“Penso che ci siano stati problemi nel modo in cui abbiamo agito, sì, ma cercare di far espellere Ayanokōji-senpai dalla scuola non è in contrasto con la volontà della scuola stessa. Pochi studenti del primo anno lo sanno, ma è possibile guadagnare un numero considerevole di punti facendo espellere Ayanokōji-senpai.”

Ora, il motivo per cui ero stato preso di mira da Hōsen diventò finalmente chiaro.

“Ci è stato dato un esame speciale. Per questo esame, ci è stato detto che chiunque fosse riuscito a far espellere Ayanokōji Kiyotaka della 2-D avrebbe ricevuto 20 milioni di Punti Privati.”

“Che cosa stai dicendo? Non ha senso. Chi mai ha ideato un esame speciale così stupido e oltraggioso?”

Nanase non rispose a questa domanda.

“…Vi ho detto quello che dovevo dire, per ora. Sono sicura che questo vi renderà molto più diffidenti nei confronti di tutte le classi del mio anno, non solo di noi. Non è vero, Ayanokōji-senpai?”, disse invece rivolgendosi a me.

Nanase non aveva detto molto. In realtà, ci aveva detto solo il minimo indispensabile. Lei e Hōsen ovviamente sapevano cosa stava succedendo e, inutile dirlo, anche Amasawa era al corrente del secondo esame speciale. Considerato tutto quello che avevo sentito, era ragionevole supporre che anche alcuni studenti della 1-B e della 1-C probabilmente ne fossero a conoscenza.

“Come pensi che potremmo essere soddisfatti di una risposta del genere? La verità è che Ayanokōji-kun è stato gravemente ferito e…”

“Sto bene. È sufficiente capire la situazione. Grazie per il tuo aiuto, Nanase.”

“Ho scelto di collaborare con Hōsen-kun per il bene della classe, pur sapendo quanto sia ingiusto. Perché resta il fatto che se i 20 milioni di punti dovessero finire nelle mani di un’altra classe, si creerebbe un divario significativo tra noi.”

20 milioni di punti erano essenzialmente un biglietto per la sezione A. Ma se si considerano cose come l’attuale esame speciale, più potere finanziario si aveva, più vantaggi si ottenevano.

“Tuttavia, questo non è l’unico motivo per cui ho dato una mano a Hōsen-kun.”

Parlava con calma e tranquillità, ma c’era qualcosa nel modo in cui mi guardava, mi stava fissando intensamente.

Io[1]… davvero non… voglio dire, perché non pensavo che Ayanokōji-senpai fosse una persona adatta a questa scuola.”

Per la prima volta, dichiarò apertamente il suo intenso odio per me. Ma non riuscivo a capirne il motivo.

Non molto tempo dopo, Nanase ci salutò con un inchino e se ne andò.


Capitolo 5

Epilogo

Indice


[1]: In questo caso l’io di Nanase è messo in grassetto per evidenziare un modo diverso in cui dice ‘io’ in giapponese. Utilizza boku invece del solito watashi. In genere boku è usato da ragazzi e watashi è neutro e più formale.


E con questo capitolo il volume è praticamente finito.

L’epilogo è molto corto, probabilmente lo avrete dopodomani.

Per il prossimo volume cercherò di essere più consistente. Vi darò più informazioni quando finiremo il volume.

Vi ringrazio per la lettura.

(Ultimo Aggiornamento 18/07/2023)

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