Volume 3: Short Story 3

Suzune Horikita: Un Breve Saluto

“Beh, è ora che me ne vada anch’io.”

Dissi ad Ayanokōji-kun mentre m’incamminavo, sistemando il cappello che mi proteggeva dal sole. 

Sembra che sarebbe rimasto sulla linea di partenza, visto che mi stava vedendo partire.

Dovevo fare una buona performance come qualcuno che si stava preparando ad affrontare da sola le prossime due settimane. Lo stesso si potrebbe dire di Ayanokōji-kun, ma probabilmente non avevo bisogno di preoccuparmi di lui.

“…Non c’è bisogno di preoccuparsi, eh?”

Senza nemmeno rendermene conto, i miei schemi di pensiero si erano inavvertitamente basati su questo giudizio.

Non appena avevo sentito le regole di questo esame speciale, mi ero subito resa conto di quanto sarebbe stato difficile combattere da sola. Per lui, però, non c’erano motivi di preoccupazione.

Gli lanciai una rapida occhiata. Mi stava ancora guardando con un’espressione leggermente perplessa sul viso.

Dopo averlo visto ottenere il massimo dei voti in quel test di matematica e come aveva gestito Hōsen, avevo capito che era molto più di quello che lasciava trasparire. Era questo il motivo?

Probabilmente era un fattore, ma non era tutto. Questo perché l’ho osservato da vicino per tutto l’anno, più di chiunque altro. Non si è mai fatto prendere dal panico ed è rimasto calmo qualunque cosa accadesse. Era una persona che avrebbe sempre trovato la risposta giusta e avrebbe vinto indipendentemente dalla situazione in cui si trovava. Aveva dei difetti, ovviamente. Non poteva raggiungere certi obiettivi senza rivelare in parte le sue vere capacità. Per non parlare del fatto che non era nemmeno particolarmente bravo a comunicare. Ma proteggeva queste debolezze usando gli altri.

Smisi di guardare indietro e feci un deciso passo in avanti. Un nuovo sentimento invisibile stava crescendo dentro di me. Probabilmente non era ‘gelosia’ e nemmeno ‘ammirazione’. Volevo diventare qualcuno che potesse stare al suo fianco, credo. Probabilmente. Ma il suo stile era fondamentalmente diverso dal mio. Anche se avessi cercato di imitarlo, non mi sarebbe servito a nulla. Volevo diventare qualcuno che gli coprisse le spalle, un partner su cui poter contare…

“Come se potessi… Immagino che non è da me.”

In qualche modo avevo finito per pensarla così.

“La prima priorità è combattere nel modo migliore che solo io conoscevo.”

Questo perché la battaglia su quest’isola disabitata non sarebbe stata affatto facile.


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(Ultimo aggiornamento 10/05/2024)

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