Volume 2: Short Story 4

Tsubaki Sakurako – Ciò che si può vedere da quella schiena

Se mi chiedessero in cosa sono più brava, risponderei senza esitazione l’intuito e l’intuizione.

Ero sulla via del ritorno al dormitorio dal Keyaki Mall. Stavo guardando la schiena di Ayanokōji-senpai scomparire all’interno di un minimarket. Finora l’avevo seguito in silenzio, ma non aveva mostrato alcun segno di essersi accorto di me. Ma mi aveva sicuramente notata.

Il suo solito modo di fare, il suo comportamento, era quello di un normale liceale. Aveva l’aspetto di un normale studente che si poteva trovare ovunque.

Rimasi a debita distanza da lui e presi un lecca-lecca che vidi vicino a me prima di chiamarlo.

Ma comunque non c’era bisogno che io ipotizzassi questa possibilità, dopo tutto. Non mi prestò attenzione e si limitò a mettere il necessario nel suo cestino della spesa. 

In breve tempo, lo chiamai proprio prima che stesse per pagare.

“Ehm…”

Se decidessi di guardarlo andar via, non ci sarebbe più alcuna possibilità per oggi.

“Oh, Tsubaki. Hai bisogno di qualcosa da me?”

Anche quando rivolsi la sua attenzione verso di me, non sembrava affatto sorpreso. Non parlò del fatto che l’avevo osservato anche al Caffè.

“Voglio parlarti di una cosa. Potresti aspettarmi fuori?”

Comprare almeno un lecca-lecca era il minimo che potessi fare per mostrare cortesia verso il negozio e non limitarmi a guardare le vetrine.

…Credo? Forse era il lavoro del commesso del negozio, dopotutto.

“Scusa se ti ho fatto aspettare.”

Tolsi la carta del lecca-lecca mentre iniziavo a camminare. A dire il vero, non ero brava a sostenere le conversazioni. Non ero particolarmente negata nello stare con persone di sesso opposto. Ero solo incapace di parlare.

“Allora, di cosa volevi parlare?”

Mi chiese il motivo per cui lo avevo contattato.

“C’era qualcosa che volevo dirti, Ayanokōji-senpai, la prossima volta che ti avrei visto.”

Per ora, dovevo guadagnare abbastanza tempo per l’arrivo di Utōmiya-kun.

“Si tratta di Utomiya?”

Come se avesse letto quello che stavo pensando, mi chiese con precisione.

“Sembra che avessi ragione.”

Come ci si aspettava da lui… è il modo giusto di dirlo?

“Ha detto che sarebbe arrivato subito.”

Non potevo ancora scavare nella sua psiche profonda. Il tempo era più che sufficiente, non c’era bisogno di affrettarsi. Lentamente, ma senza fretta.

E poi…


Short Story 3

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(Ultimo Aggiornamento 24/11/2023)

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