Volume 8: Capitolo 2

La Natura Umana Messa alla Prova

Introduzione

Erano le sei del mattino passate. Una musica spensierata riecheggiava nella stanza. Proveniva dagli altoparlanti installati nella stanza, quindi non c’era nemmeno bisogno di pensarci per sapere che era il segnale per alzarsi dal letto. 

La stanza era ancora buia e non riuscivo a vedere la luce del sole che entrava da oltre la sottile tenda. 

“Che diavolo? Per dio, silenzio.”

I brontolii di Ishizaki furono le prime parole che sentimmo. 

Alcuni studenti erano rimasti a letto anche dopo aver sentito la musica, ma la maggior parte di noi iniziò lentamente a svegliarsi, sedendosi sul letto, mettendosi gli occhiali e così via.

“Probabilmente cominceremo con quello che è previsto per oggi, giusto?”

Sentii Hashimoto sussurrarlo da sopra il mio letto mentre sospirava. 

“Per il momento, sarebbe meglio se ci alzassimo tutti. Se anche uno solo di noi è assente, verremo colpiti da una detrazione.”

Keisei disse così mentre si metteva la maglia. 

Finché condividevamo una stanza, la responsabilità congiunta era inevitabile.

“Ehi, Kōenji non è qui.”

“Buongiorno, signori. Stavate per uscire a cercarmi?”

Disse Kōenji, entrando nella stanza coperto da un sottile strato di sudore, indossando un piacevole sorriso. A quanto pare, si era alzato ancora prima di noi.

“Non sembra che tu sia andato in bagno o altro.”

“Fufu. Era una mattina così bella che sono andato avanti e ho fatto il mio allenamento.”

“Quale allenamento? Non si sa cosa ci aspetta oggi. Non posso approvare che tu ti stanchi inutilmente.”

Anche se Keisei gli diede un avvertimento del genere, non era il tipo d’uomo che avrebbe ascoltato. Al contrario, diede la sua risposta con un sorriso. 

“Questo non è niente. Anche dopo un’intera sessione di allenamento, ho delle riserve di resistenza inimmaginabili. Inoltre, se non puoi approvare questo consumo di resistenza, non credi che avresti dovuto avvertire il gruppo ieri?”

“Non… pensavo che ci sarebbe stato qualche tipo di allenamento.”

“No, no. Temo che questo non basti. Ricordo di aver condiviso una stanza con te sulla nave da crociera. Sicuramente ricorderai che io sono il tipo di uomo che non salta mai l’allenamento, non è vero?”

Disse Kōenji, come se fosse scandaloso che Keisei dimenticasse una cosa del genere.

“Smettila di essere sempre così arrogante, Kōenji.”

Non stava cercando di proteggere Keisei o altro, ma Ishizaki stava di fronte a Kōenji. Dall’elezione del leader del nostro gruppo fino ad ora, Kōenji si comportò in modo egoistico. Era comprensibile che il gruppo si opponesse fortemente a questo. Probabilmente era abituato ad essere un elemento di disturbo. Non avevamo tempo per questo adesso. 

La cosa che più volevo evitare era arrivare in ritardo il primo giorno. Qualcuno come Hirata avrebbe messo ordine nel gruppo.

Tuttavia, visto che il nostro gruppo era chiaramente privo di un leader, questo non avvenne. 

“Basta così. Promettici che collaborerai.”

“Cosa intendi per ‘promettere’? Hai giurato fedeltà a questo gruppo scelto a caso? Io non la vedo così.”

“Beh, nemmeno io voglio collaborare.”

Ishizaki si guardò intorno. La ragione principale di ciò ero io e nessun altro. Finì involontariamente per posare il suo sguardo su di me. 

“A causa della 1-A? È questa la ragione per cui odi tutto questo?” 

Chiese Hashimoto, scendendo dal letto superiore per mettersi accanto a me. Lo sguardo di Ishizaki si posò su di lui.

“Tch. Non è solo per A. Sono tutti.”

Mettendoci tutti insieme in quel modo, Ishizaki si voltò di nuovo verso Kōenji.

“Proprio come Red Hair-kun, sembra che tu stia prendendo una brutta strada. È stato divertente da osservare, ma ora che ho avuto a che fare direttamente con te, ne ho francamente abbastanza. Piuttosto che badare a me, non dovresti affrettarti verso il luogo dell’incontro? Prima che la tua incompetenza venga rivelata.”

Il fatto che l’unica persona qui che capiva cosa stava succedendo era Kōenji, aggiungeva solo benzina sul fuoco. 

Stava scegliendo le sue parole per agitare Ishizaki, e stava funzionando.

“Va bene, fatti sotto bastardo!”

Ishizaki urlò. Keisei controllò l’orologio quando Kōenji menzionò il tempo e cominciò a farsi prendere dal panico.

“Non abbiamo nemmeno cinque minuti prima dell’assemblea. Per favore, lasciate i litigi per dopo.”

“Non è un mio problema. Se siamo in ritardo, è colpa sua!”

Sembrava che un po’ d’acqua non sarebbe stata sufficiente a spegnere le fiamme della rabbia di Ishizaki. 

Al contrario, le fiamme stavano solo diventando più calde. Keisei poteva vedere cosa stava succedendo, ma non sapeva come gestire i loro sentimenti in un modo che gli permettesse di chiudere la questione.

“Sei un sempliciotto. Probabilmente è per questo che sei stato retrocesso in sezione D.”

Commentò Yahiko, aggiungendo solo altra benzina al fuoco. Gli studenti della sezione B stavano a guardare, aspettando che la situazione si calmasse.

“Che sfortuna. Non so se ce la faremo con questi pagliacci.”

Accanto a me, Hashimoto sospirò e si lamentò della situazione. 

“Beh, immagino che non ci sia niente da fare.”

Il modo in cui lo disse mi fece pensare che se ne stesse lavando le mani, ma poi colpì il legno della struttura del letto con il pugno. Tutti, tranne Kōenji, reagirono al suono.

“Calmiamoci. Va bene litigare, ma questo è il momento e il luogo peggiore possibile. Capito? Se i nostri mobili vengono distrutti, ne saremo responsabili. E se la faccia di qualcuno viene ammaccata, saremo nei guai per questo. Giusto?”

Creando un silenzio attraverso un suono senza usare la voce, Hashimoto disse quello che doveva essere detto. Ishizaki, che aveva urlato dicendo che non era un suo problema, ora probabilmente capì che questo non era il posto adatto. 

“Quattrocchi-kun laggiù, come ti chiami?”

“Yukimura.”

“Esatto, è esattamente come ha detto Yukimura-kun. Non c’è tempo. Quindi che ne dite di seppellire questa rabbia in profondità, nel profondo, e andiamo all’assemblea? Se siete ancora arrabbiati dopo la colazione, potete decidere se volete picchiarvi a vicenda. È questo che significa essere un gruppo, giusto?”

“…non sei contento, Kōenji? Potrai vivere ancora per un po’.”

“Sì, sono molto contento. Perché si dà il caso che io sia un pacifista.”

Proprio quello che ci si aspetta dalla sezione A, eh? Non sapevo esattamente dove si collocasse Hashimoto nella gerarchia della classe, ma aveva risolto il problema per noi in modo esperto. 

Il fuoco bruciava ancora, ma per ora era contenuto. Portando una bomba con la miccia accesa, lasciammo la stanza. 

E così gli studenti di tutti gli anni scolastici, dopo essere stati separati in gruppi, si riunirono in un’unica aula. 

Circa quaranta persone. Si potrebbe quasi dire che era come se fossimo una sola classe. Gli studenti del primo anno rivolsero tutti brevi saluti mattutini agli studenti del secondo e terzo anno.

Non molto tempo dopo, un insegnante entrò in aula.

“Sono responsabile della sezione B dal terzo anno. Mi chiamo Onodera. Ora farò l’appello e poi andrete fuori a pulire le vostre aree designate. Dopo di che, pulirete l’edificio scolastico. Questa sarà la routine di ogni mattina. Nel caso in cui piova, sarete esentati dal lavoro all’esterno ma non sarete esentati dal lavoro; passerete semplicemente il doppio del tempo a pulire al chiuso. Inoltre, per quanto riguarda le lezioni da oggi in poi, non saranno gli insegnanti della scuola a fare l’insegnamento. Ci saranno persone che verranno a trattare una varietà di argomenti diversi. Non dimenticate di accoglierli adeguatamente e di comportarvi in modo educato.”

Dopo questa breve spiegazione, il nostro gruppo si diresse a fare un po’ di pulizia.

Parte 1

L’odore dell’erba proveniente dal tatami steso davanti a noi ci solleticava il naso.

Davanti ai miei occhi si stendeva una stanza che, per qualche motivo, mi sembrava nostalgica. Il luogo in cui l’insegnante ci accompagnò era un’area spaziosa che sembrava un dojo. 

Sembra che avremmo completato questo compito insieme ad alcuni studenti degli altri gruppi.

“A partire da oggi, praticherete zazen qui la mattina e la sera.”

“Zazen? Io stesso non ho mai praticato un’attività del genere.”

Il Professore lo disse con disinvoltura dall’altra parte, ma sentendo queste parole, l’uomo incaricato di questo compito si avvicinò a lui. 

“C-che cosa vuoi da uno come me?” 

Il Professore, sorpreso dalla pressione prepotente del silenzio, lo chiese alzando lo sguardo. 

“Il modo in cui parli. È qualcosa con cui sei nato? O è un dialetto della tua città natale?” 

“Forse direi che codesto non è il caso…”

“Non sei un viaggiatore del tempo del periodo Muromachi o del periodo Edo, vero?”

“Eh? No, certo, io stesso non mi sono mai preso il lusso di viaggiare nel tempo…”

“Capisco. Non capisco bene cosa pensi di ottenere parlando così, ma ti do un consiglio. Sistema quel ridicolo modo di parlare e cresci.”

“C-cosa?”

“Cosa penserebbe qualcuno di te se gli parlassi in quel modo al vostro primo incontro? Hai bisogno che ti spieghi meglio?”

Non sapevo perché il Professore avesse scelto di parlare in quel modo, ma persino io potevo dire che era intenzionale da parte sua. 

Nella società… o almeno in un ambiente rigoroso, sicuramente non gli sarebbe permesso di parlare in quel modo. 

Non aveva niente a che vedere con le regole o gli obblighi, ma rientrava piuttosto nel territorio dell’ ”Etica” e della “Disciplina”. Naturalmente, era possibile rifiutarsi di farlo sostenendo che si trattava di una idiosincrasia, ma solo una minoranza di persone avrebbe potuto farla franca. 

“Va bene, ascoltate, e ascoltate bene. Ci sono persone là fuori che sferzano le loro parole e azioni senza considerazione per gli altri nel tentativo di distinguersi. Per dimostrare che sono speciali. Questo vale non solo per i giovani, ma anche per gli anziani.”

L’uomo in carica diede consigli all’intero gruppo con un tono di voce severo. 

“Non è necessario cambiare la propria personalità per far parte della società. Siete liberi di esprimere la vostra individualità, naturalmente, ma dovete prendere in considerazione i sentimenti degli altri mentre vi avventurate nel mondo. Queste lezioni vi aiuteranno a coltivare questa mentalità, usando tecniche come lo zazen. Trattenendo le vostre parole e le vostre azioni vi integrerete nell’insieme collettivo e sarete sussunti. Siate rispettosi degli altri e infine riflettete. Che tipo di persona sono? Cosa posso fare?”

Diresse deliberatamente il suo sguardo verso il Professore, come per dire: “Hai capito adesso?”

“Mi sono sentito fe- no, devo stare attento.”

Potrebbe non essere in grado di sbarazzarsi subito del suo modo di parlare, ma praticare zazen potrebbe insegnare al professore a guardarsi dentro- per esempio, al motivo per cui era scivolato su di esso proprio ora.

I gruppi furono fatti sedere individualmente e poi fu data una breve spiegazione proprio in questa stanza. 

In questo luogo, conosciuto come Zazendo, dovevamo stringere la mano destra o sinistra in un pugno e avvolgere l’altra mano intorno ad esso. Dovevamo tenerla così sia camminando che stando in piedi. 

Inoltre, dovevamo tenerla all’altezza del nostro plesso solare. Questa era una posizione conosciuta come Shashu

A seconda della scuola in questione, potrebbe essere necessario usare una mano specifica, ma quelle scuole probabilmente non si applicavano qui. 

Ricevemmo una spiegazione su un’altra cosa riguardante lo zazen. Semplicemente, non era altro che una forma di meditazione. Praticare zazen non significava svuotare la testa ma formare un’immagine. 

C’era anche una cosa conosciuta come i Dieci Tori, una serie di poesie e immagini di accompagnamento che illustravano il cammino verso l’illuminazione.

Io stesso ero nuovo a questa roba dello zazen.

“Dopo aver incrociato le gambe, mettete i piedi sulle cosce. Poiché l’esito dell’esame dipende anche da quanto bene riuscite a eseguire la posizione del loto, assicuratevi di fare del vostro meglio.”

“Oww… aspe’, sul serio? Non riesco ad alzare nemmeno una gamba anche se…”

“Se non sei in grado di farlo all’inizio, puoi invece usare la posizione del mezzo loto, con una sola gamba incrociata.”

Il responsabile dimostrò la posa. Ero in grado di incrociare le gambe senza alcun problema, così decisi di andare con la posizione del loto. 

Sorprendentemente, sembrava che molti studenti non ci riuscissero… anche se Kōenji, che cominciava ad intrigarmi, aveva le gambe incrociate senza sforzo. Aveva un debole sorriso, come se fosse già entrato in uno stato di zen.

Dato che la sua postura non aveva bisogno di correzioni, l’uomo al comando gli passò accanto senza lamentarsi.

“Quel ragazzo può farcela se si mette in testa di farlo, eh.”

Accanto a me, essendo riuscito ad eseguire lui stesso la posizione del loto, Tokitou sussurrò ciò. 

“Non sembra che non gli piaccia questo genere di cose. Per ora è un sollievo.”

“Non c’è dubbio su questo.”

Il nostro istruttore era un tipo dall’aspetto spaventoso, ma questo era Kōenji, dopotutto. Avrebbe potuto semplicemente rifiutarsi di fare la lezione.

Ora che tutti gli studenti avevano afferrato l’idea generale, iniziò l’ora di zazen. Tuttavia, dato che avevamo passato un bel po’ di tempo a farci spiegare le cose, la nostra prima sessione fu limitata a soli cinque minuti.

Parte 2

Dopo la pulizia mattutina e lo zazen, erano circa le 7, l’ora della colazione. Ma fummo condotti fuori invece che nella grande mensa che avevamo usato ieri sera. 

Lì trovammo una spaziosa area per mangiare preparata per noi. Diversi gruppi erano già arrivati.

“La scuola vi fornirà i pasti per oggi, ma a partire da domani, sempre che il tempo sia sereno, dovrete cucinare i vostri pasti con il vostro gruppo. Dovete discutere come volete dividere il lavoro tra di voi.”

“Davvero? Non ho mai cucinato un pasto prima d’ora.”

Ishizaki borbottò, ma se questa era la regola, non c’era modo di evitarla. I preparativi per la colazione erano in corso, mentre ricevevamo istruzioni su come preparare il cibo da domani in poi. 

Sembrava che il menu della colazione fosse già stato stabilito, e le dispense su come preparare le cose venivano distribuite. Sembra che non avremmo dovuto preoccuparci di non sapere cosa cucinare. 

“Geh, è tutto qui…?”

Il menu era semplice, una colazione giapponese, composta da zuppa, riso e altri tre piatti. Ma per gli studenti con un grande appetito questo non sarebbe stato sufficiente.

Per la cronaca, sembra che avremmo potuto sostituire questo pasto con qualcos’altro, ma in questo caso dovremmo preparare noi stessi il sostituto. 

“Grazie a Dio per l’esperienza dell’isola disabitata. In confronto a quella, questo è un lusso.”

Come se fosse in qualche modo in pace, Keisei mangiò la sua colazione. 

“Se vogliamo farlo in modo equo, facciamo in modo che ogni classe faccia i turni per cucinare.”

A metà della colazione, un ragazzo del terzo anno che sembrava un leader si girò verso Nagumo e fece la sua proposta per la rotazione dei pasti. 

“Esatto. Nessuna obiezione qui. Vorrei iniziare con quelli del primo anno.”

“Che ne dite, ragazzi del primo anno? Qualche obiezione?”

Non c’era modo che qualcuno potesse obiettare in una situazione come questa.

Supponendo di avere tempo sereno per il resto dei giorni, avremmo fatto colazione sei volte. 

L’ordine in cui avremmo cucinato sarebbe stato diverso, ma questo non era un motivo sufficiente per lamentarsi. 

Non direi che era indiscutibilmente il tipo di cosa che i kouhai dovrebbero piegarsi e accettare, ma mi andava bene.

“Accettiamo.”

Il nostro leader, Keisei, lo accettò. 

“Visto che dovremo preparare la colazione, a che ora dobbiamo svegliarci domani?”

“…Per essere sicuri di avere abbastanza tempo, svegliamoci due ore prima.”

Ishizaki respinse vigorosamente la proposta di Keisei. Svegliarsi con due ore di anticipo significava svegliarsi dopo le 4 e fare i preparativi per uscire. 

“Tuttavia, non abbiamo altra scelta che farlo. Sarà disastroso se non riusciamo a preparare la colazione.”

“Allora fatelo voi. Io dormirò.”

Ishizaki non aveva mai fatto simili affermazioni mentre era sotto Ryūen. Ma in questo gruppo era già salito in cima alla gerarchia. Era interessante come il suo comportamento fosse cambiato di pari passo con il suo status. 

Essere celebrato come uno di quelli che aveva rovesciato Ryūen poteva anche essere una causa di questo. Non mi andava particolarmente di affrontare Ishizaki, che continuò a comportarsi in modo arrogante nonostante conoscesse la verità. Inoltre, essere messo nel mio stesso gruppo deve averlo scosso. Le sue azioni e le sue parole non facevano male solo agli altri, ma anche a lui.

Ishizaki e Albert non erano tagliati per essere leader o strateghi. 

Erano più adatti ad essere i terzi in comando, quelli che tenevano sotto controllo il resto degli studenti. Ryūen avrebbe dovuto assicurarsi che mantenessero quei ruoli, anche se, ad essere onesti, Keisei e Yahiko erano simili. Non erano avventati come Ishizaki, ma non erano nemmeno qualificati per essere leader.

Mi aspettavo che la 1-B fosse più attivamente coinvolta, ma furono insolitamente tranquilli fino ad ora e continuarono a stare a guardare. Forse mancano di iniziativa. Più di quanto mi aspettassi. Con l’eccezione di studenti come Kanzaki o Shibata. 

Questo rendeva Hashimoto la persona più qualificata per tenere insieme il gruppo. 

La sua prestigiosa posizione di essere in sezione A, insieme alla sua capacità di valutare le situazioni con chiarezza e di comunicare efficacemente, erano tutti bonus. 

Tuttavia, non sembrava disposto a comandare il gruppo.

Parte 3

Dopo la semplice- no, la sana colazione del mattino, le lezioni iniziarono sul serio. Il nostro grande gruppo si riunì in un’aula che era un po’ più spaziosa di quelle della Advanced Nurturing High School.

Mi chiesi se doveva assomigliare ad un’aula universitaria. In particolare, non c’erano posti a sedere assegnati ed eravamo liberi di sederci dove volevamo, accanto a chi volevamo. 

Inevitabilmente, tutti finirono per sedersi con i loro piccoli gruppi dello stesso anno scolastico. Ci si poteva sedere da soli in un angolo della classe se si voleva, ma così facendo si avrebbe attirato l’attenzione da parte degli altri anni scolastici e, a seconda delle circostanze, si poteva anche ricevere un avvertimento. 

Dato che i piccoli gruppi del secondo e terzo anno non erano ancora arrivati, noi del primo anno potevamo scegliere i posti.

“In questo caso… sarebbe meglio per noi sederci davanti?”

“No, probabilmente dovremmo aspettare prima di prendere posto. Non dovremmo aspettare che i senpai prendano posto per primi e poi sederci dove è libero?”

Sembra che Keisei non volesse correre il rischio di prendere egoisticamente i posti in fondo e di essere rimproverato per questo dopo. 

“Non fare di nuovo l’egoista, Kōenji. Potresti finire per sederti da solo.”

“Se siamo liberi di scegliere i nostri posti, credo che mi siederò dove voglio.”

Nonostante ciò, non mostrò alcun segno di prendere egoisticamente posto da qualche parte. Quindi non era che sia il tipo d’uomo che ignorava tutte le regole dopotutto. 

In effetti ascoltava tranquillamente anche durante le nostre normali lezioni. Quell’uomo viveva secondo le sue regole.

“Sembra che voi del primo anno stiate facendo un po’ di fatica.”

Vedendoci, uno del secondo anno ci rivolse parola. 

“Se avete problemi, volete che vi dia una mano?”

“No, stiamo bene…”

Keisei si inchinò leggermente in risposta alla pressione di uno dei nostri senpai che offriva il suo aiuto. 

“Hah… perché devo essere io il leader?”

Dopotutto, comunicare con gli studenti del secondo e terzo anno era responsabilità del leader. Keisei sembrava essere molto stressato. 

Se lo avessi lasciato in sospeso in questo modo, sarebbe stata solo una questione di tempo prima che esplodesse.

Parte 4

Nel pomeriggio avevamo l’educazione fisica, o piuttosto esercizi fisici base. 

Ci fu detto che l’obiettivo principale sarebbe stato l’allenamento per la maratona, e che una staffetta su lunga distanza era prevista per l’ultimo giorno, senza dubbio parte dell’esame finale. Ci saremmo allenati all’aperto per qualche giorno, e poi sulla pista.

“Hah, haah.”

Keisei ansimò. 

I molti compiti che avevamo già portato a termine dal mattino avevano esaurito la nostra resistenza, e lui stava facendo fatica. 

Se si fosse trattato di qualcosa come lo studio, che era più orientato alla conoscenza, allora avrei potuto offrirgli qualche consiglio, ma quando si trattava di qualcosa come gli esercizi fisici di base, non c’era molto che io potessi fare se non guardare. 

Sorprendentemente, Ishizaki e Albert avevano più resistenza dello studente medio. Riuscivano a superare facilmente gli allenamenti, forse perché, per quanto delinquenti, non fumavano.

“…Da stamattina non ho fatto altro che analizzare le cose.”

Per qualche ragione, mi stavo stancando di questo. Mettendo da parte la questione se intendevo avere un ruolo attivo, ero giunto alla conclusione che volevo migliorare il rendimento del nostro gruppo abbastanza da tenerci al sicuro dall’espulsione. 

Se fossimo arrivati ultimi e avessimo ottenuto un punteggio inferiore alla soglia minima stabilita dalla scuola, Keisei sarebbe stato espulso. La probabilità che mi portasse giù con lui era quasi infinitesimalmente bassa, ma non nulla. 

Se avessimo perso, avrebbe potuto risentirsi con me per non avergli dato una mano nonostante lo vedessi in difficoltà. 

Dovrei fornire l’assistenza minima necessaria per salvarlo? O dovrei lavorare per mettere il gruppo sulla strada giusta? 

O forse dovrei semplicemente osservare tutto e sperare che il problema si risolva da solo? 

Esclusi rapidamente l’opzione di osservare dentro la mia testa.

Anche la presenza di Kōenji sarebbe un motivo di preoccupazione. Probabilmente dovrei fare una mossa il prima possibile. Rallentai e raggiunsi Kōenji, che correva con nonchalance dietro di me. Anche quando mi avvicinai, non mi degnò di uno sguardo. 

Non avrebbe lasciato il suo mondo privato se non lo avessi costretto.

“Ehi, Kōenji. Non puoi andarci un po’ più piano con tutti loro?”

“Con loro, ti riferisci al gruppo, Ayanokōji Boy?”

“Sì. Gli altri studenti sono in uno stato di confusione. Non tutti sono incredibili come te.”

“Ha. Ha. Ha. Certamente sono un’esistenza unica e irripetibile. Tuttavia, non pensi che sia il massimo della stupidità per me rallentare solo perché le masse possano tenere il passo?”

“Beh… non so cosa sia giusto e cosa no…”

“Cosa stai cercando di dire?”

“Penso che sarebbe fantastico se il gruppo riuscisse a raggiungere un punteggio relativamente buono. Vorrei evitare l’espulsione.”

“Se lo desideri, allora non avrai altra scelta che lavorare per farlo accadere, giusto?”

“Ti dico questo perché ho intenzione di lavorare sodo.”

Kōenji non rispose, lasciando i nostri piedi martellanti come unico suono che sentimmo. Era tornato nel suo piccolo mondo. Immagino che parlare con lui fosse uno sforzo sprecato dopotutto.

Minacce o suppliche a metà non avevano senso quando si trattava di Kōenji. Riflettendo su tutto quello che era successo fino a quel momento, capii questo. 

Non importava se la classe si univa per supplicarlo o se i professori ci appoggiavano: se lui non voleva fare qualcosa, era finita. 

Era una persona ostinata e completamente egoista.

Parte 5

Forse era perché questo era il primo giorno di lezione, o perché il nostro allenamento per la maratona era stato così impegnativo, il resto delle nostre lezioni consisteva solo in spiegazioni riguardanti questo campo scuola e ciò che si sarebbe svolto durante il resto della settimana. La maggior parte delle lezioni consisteva in qualcosa del genere. Tuttavia, fu reso abbondantemente chiaro che l’obiettivo primario di queste lezioni era quello di insegnarci le capacità di socializzazione.

Naturalmente, gli studenti del primo anno non avevano idea di cosa significasse. Il secondo anno, invece, sembrava prendere la cosa con calma. Il divario di esperienza tra noi era impossibile da ignorare.

“Uuu…”

La nostra ultima lezione del pomeriggio, zazen, era finita. Keisei crollò, incapace di muoversi.

“Stai bene?”

Il primo giorno. Concluso con Zazen. 

“Vorrei dire di sì, ma ho le gambe intorpidite. Per favore… dammi un minuto.”

Sembrava che la lezione fosse stata inaspettatamente dura per Keisei. Rimase rigido e immobile per circa due minuti, aspettando che l’intorpidimento delle gambe si attenuasse. Anche Ishizaki non se l’era cavata bene con lo zazen. Si piegò in avanti in agonia.

“Merda, mangiare e fare il bagno. Sì, il bagno. Dammi una mano, Albert”

Albert si avvicinò silenziosamente e sollevò Ishizaki per un braccio. 

“Geh! Fallo più delicatamente! Lasciami andare.”

Slam. 

Ishizaki crollò. 

“Gaaaah!”

Vedendo quella piccola interazione, finii per pensare che sembrava divertente. Il resto del nostro gruppo, invece, trovava Ishizaki e quelli come lui una spina nel fianco. Keisei si mosse per andarsene, ignorandoli, ma io mantenni volutamente la mia posizione.

“Sono un duo divertente, eh?” 

Osai dirlo e attirai l’attenzione di Keisei. 

“È meglio lasciarli stare, Kiyotaka. Stanno solo scherzando. Non guardarli troppo o attirerai la loro attenzione.”

Keisei disse così, cercando di ostruire il mio campo visivo. 

“Non sarà cattivo come Sudō, ma Ishizaki è ancora il tipo che prima colpisce e poi fa domande. Questo potrebbe finire per essere come Ryūen.”

“Comunque, siamo nello stesso gruppo. Sono sicuro che non gli dispiacerà una certa quantità di contatto, giusto?”

Indicai. E Ishizaki, accortosi di noi, ricambiò lo sguardo. Keisei si rannicchiò per un momento, ma Ishizaki trascinò rapidamente Albert e lasciò il dojo. 

“Cosa?”

“…Sei sorprendentemente audace, Kiyotaka.”

Questo perché sapevo cosa stava succedendo con Ishizaki e la sua banda. Volevo trovare un modo per dire indirettamente a Keisei di non preoccuparsi troppo. Finché era a capo del nostro gruppo, doveva mantenere un certo grado di controllo sugli studenti delle altre classi.

“Keisei, forse dovremo togliere un altro strato in questa campo scuola.”

“Uno strato? Cosa vuoi dire?”

“Significa che dovremo fare amicizia anche con Ishizaki e Albert. Almeno fino a un certo punto.”

“Questo è ridicolo. Siamo nello stesso gruppo, ma siamo ancora nemici. Non posso fare amicizia con loro. Fare amicizia con loro non è qualcosa che posso fare. Perché dopotutto questo non è l’ultimo esame speciale che affronteremo.”

Come Keisei, anch’io avevo creduto che non c’era modo che le classi rivali potessero andare d’accordo quando mi ero iscritto qui. Infatti, la scuola ci incoraggiava a competere l’uno con l’altro. Ultimamente, però, avevo iniziato a immaginare un altro modo di procedere.

“Ho sentito che il presidente del consiglio studentesco Nagumo è riuscito a unire le classi.”

“Questo è… solo il suo carisma. È perché lui è speciale. Io non ho quel tipo di talento… Infatti, non è qualcosa che chiunque al di fuori della sezione A potrebbe fare, giusto? Non sappiamo cosa ha in mente Nagumo-senpai, o se i suoi metodi funzioneranno fino al diploma. Ma non importa quanto lui unisca i ragazzi del secondo anno, quelli che si diplomeranno nella sezione A avranno l’ultima risata. Le altre classi finiranno solo in lacrime.”

Keisei disse così e lasciò il dojo.

Parte 6

Dopo cena, decisi di tornare in camera prima degli altri.

C’erano alcune persone riunite nel corridoio, sia ragazzi che ragazze, facendomi pensare che qualcosa non andava.

“Scusa, scusa. Stai bene?”

“Sì… Non c’è bisogno di preoccuparsi.”

Yamauchi della nostra classe allungò la mano in segno di scusa. La persona che cadde sembrava essere Sakayanagi Arisu della sezione A del 1° anno.

Sakayanagi non prese la mano di Yamauchi, anzi, cercò di rialzarsi da sola.

Ma non riuscì a farlo da sola, così afferrò il suo bastone, che giaceva a terra. 

Poi, appoggiandosi al muro, si rialzò lentamente. Ci fu solo un breve periodo di tempo tra la sua caduta e il suo rialso.

Tuttavia, in una situazione come questa in cui avrebbe attirato l’attenzione dell’ambiente circostante, probabilmente a Sakayanagi sembrò un tempo interminabile.

Yamauchi ritrasse goffamente la mano e disse queste parole.

“Allora, umm, me ne vado?”

“Sì, non fare caso a me.”

Sakayanagi sorrise leggermente e distolse lo sguardo da Yamauchi. 

Sia i ragazzi che le ragazze cominciarono a disperdersi, sembrando sollevati che la questione non fosse degenerata.

“Sakayanagi-chan è sicuramente carina, ma è anche maldestra.”

A quanto pare, non gli era nemmeno venuto in mente che potesse essere caduta perché lui l’aveva urtata.

“Stai bene?”

In qualche modo, dal momento che i nostri occhi si incrociarono, mi avvicinai a Sakayanagi e le rivolsi parola.

“Grazie per la tua preoccupazione, ma non è nulla di grave.”

“Darò una strigliata a Yamauchi più tardi.”

“Beh, non l’ha fatto apposta. Sono solo caduta, tutto qui.”

Sakayanagi rise debolmente, ma i suoi occhi non ridevano affatto.

“Bene, allora, con permesso.”

Kamuro era di solito al suo fianco, ma non era qui. Probabilmente era stata messa in un altro gruppo.

Non avevo modo di sapere come stavano andando le cose con le ragazze, e non mi importava nemmeno. 

Tuttavia, quando Sakayanagi iniziò ad andarsene, si fermò e mi guardò di nuovo. 

Si era accorta che la stavo fissando?

“Mi sono ricordata di una cosa che volevo discutere con te, Ayanokōji-kun.”

Batté una volta il suo bastone, con un sorriso sottile sulle labbra.

“La 1-B è certamente una classe unita. Si potrebbe dire che questo è perché Ichinose Honami-san ha guadagnato la fiducia dei suoi compagni dando il massimo fino ad ora. Tuttavia sto pensando, è davvero giusto fidarsi così tanto di lei?”

“Questo sembra qualcosa che non ha niente a che fare con me.”

Ma Sakayanagi continuò senza nemmeno un accenno di attenzione a ciò che avevo da dire.

“Un po’ di tempo fa, c’era una voce che girava su di lei. Si dice che possieda un numero enorme di punti, nonostante la sua mancanza di risultati significativi… abbastanza punti da giustificare persino un’indagine da parte della scuola, ho sentito dire. Questo onestamente mi ha sorpresa. Non dovrebbe essere possibile per una singola studentessa guadagnare così tanti punti da sola. Probabilmente è la tesoriera della 1-B. Non credi?”

“Chissà. Solo Ichinose o i suoi compagni di classe potrebbero rispondere a questa domanda. Che senso può avere raccontarmi una cosa del genere?”

“Quello che sto cercando di dire è… se va bene o meno affidarle tutti quei punti privati. Per esempio, se improvvisamente avesse bisogno di un gran numero di punti per proteggersi dopo aver commesso qualche errore, o per salvare un compagno di classe, nessuno la biasimerebbe per questo. Forse sta facendo da tesoriere per questo scopo.”

“Probabilmente sì.”

“Tuttavia… se lei usasse quell’enorme quantità di punti egoisticamente per il suo piacere, allora la scuola potrebbe indagare sulla base della frode.”

In ogni caso, questo non riguardava me. Non riguardava nessun altro se non Ichinose e gli studenti della 1-B. 

Se Ichinose stava davvero agendo come loro tesoriere, allora gli studenti che avevano depositato i loro punti presso di lei sarebbero stati quelli che avevano il diritto di lamentarsi.

“Dubito però che Ichinose userà i punti privati per il suo bene.”

“Sì, questo è vero. Per lo meno, per ora nessuno dubita di lei.”

In altre parole, stava insinuando che le cose potrebbero cambiare. 

“Non vedo l’ora di finire questo esame speciale e tornare a scuola.”

Forse soddisfatta dopo aver detto quello che aveva da dire dall’inizio alla fine, Sakayanagi se ne andò senza neanche voltarsi indietro.

Parte 7

Mancava circa un’ora alle dieci, l’ora dello spegnimento delle luci. Nessuno di noi aveva veramente qualcosa di cui parlare, così ci sedemmo in silenzio nella nostra stanza condivisa. Rompere il ghiaccio si stava rivelando sorprendentemente difficile. Anche se si faceva uno sforzo per iniziare una conversazione con qualcuno di un’altra classe, poteva facilmente sembrare forzato. 

Idealmente, qualcuno avrebbe tirato fuori un argomento su cui tutti potessimo intervenire, ma sembrava che fosse troppo da sperare. Cercare di forzare la conversazione sarebbe scoraggiante. Se solo qualcuno volesse iniziare una conversazione.

In quel momento qualcuno bussò leggermente alla porta. A quanto pare avevamo un visitatore.

“Chi può essere in un momento come questo?”

Sembra che nessuno lo sapesse e così tutti guardarono curiosamente la porta. 

“Potrebbe essere un insegnante.”

Ishizaki lo disse con indifferenza. Certamente era una possibilità. Keisei si alzò e cominciò a camminare chiedendo chi bussava. La persona dall’altra parte era davvero qualcuno di inaspettato. 

“Siete ancora in piedi?”

“Presidente del consiglio studentesco Nagumo, c’è qualcosa che non va?” 

“Sono venuto a controllarvi visto che siamo nello stesso gruppo. Posso entrare?”

Probabilmente non c’era un solo studente del primo anno abbastanza coraggioso da rifiutarlo. Keisei si adeguò immediatamente. A quanto pare, Nagumo non era venuto da solo. Era accompagnato dal vicepresidente Kiriyama e da due studenti del terzo anno. 

Uno di loro era uno studente della sezione B di nome Tsunoda e l’altro, Ishikura, era anche lui della sezione B. Entrando nella stanza, Nagumo si guardò attorno. 

“Sembra che tutte le stanze siano identiche, Senpai.”

Disse Nagumo con un sorriso. Ishikura rispose dicendo:

“Sembra di sì. Allora? Come pensi esattamente di approfondire i nostri legami di amicizia portandoci nella stanza del primo anno?” 

Chiese a Nagumo ma Keisei, non avendo capito bene la situazione, chiese a Nagumo.

“Approfondire i legami?”

“Te l’avevo detto, no? Sono venuto a controllarvi visto che siamo nello stesso gruppo. Qui non abbiamo televisori, PC o smartphone. Non c’è niente che assomigli lontanamente all’intrattenimento. Ma non è che non abbiamo niente con cui giocare.”

Dicendo questo, Nagumo tirò fuori una piccola scatola dalla tasca della sua maglia. 

“Carte?”

“Starete pensando: ‘Carte, di questi tempi?’ Beh, le carte sono un gioco fondamentale nei campi scuola come questo.”

Nagumo si sedette casualmente in un posto libero, tolse il nastro di plastica dalla scatola sigillata e la aprì.

“Per favore prendete posto anche voi, senpai. Mi dispiace per i primi anni, ma non c’è molto spazio. Restate nei vostri letti.”

Disse Nagumo mentre alcuni del primo anno cominciavano ad alzarsi.

“Non gioco.”

Tsunoda rifiutò e voltò le spalle. 

“Per favore non dire così, giochiamo. Potremmo essere in grado di parlare di cose che non possiamo discutere altrove.”

Tsunoda si fermò sui suoi passi, apparentemente rinunciando, e si sedette. Dopo di lui, anche Ishikura prese posto. 

“Dovremmo scommettere qualcosa per rendere il gioco più eccitante. Qualche idea?”

Gli studenti del primo anno, nervosi in presenza di studenti più grandi, non dissero nulla. Non sapevano come rivolgersi al presidente del consiglio studentesco, e Nagumo, ovviamente, aveva previsto che si sarebbero ritratti in quel modo.

“Abbiamo deciso l’ordine in cui cucinare la colazione, giusto? Scommettiamo su questo. Se, per esempio, perdete costantemente, dovrete cucinare la colazione fino al giorno in cui questo campo scuola finirà. D’altra parte, se non perdete affatto allora non dovrete cucinare la colazione nemmeno una volta.”

“Ehi, Nagumo. Non è qualcosa che dovremmo discutere con tutto il gruppo?” Disse Ishikura. 

“È solo il dovere della colazione. Per favore, dammi un po’ di libertà d’azione almeno per questo.”

Era il presidente in carica del consiglio studentesco della nostra scuola, eppure era così disinvolto nel suo modo di parlare, anche con quelli dell’ultimo anno. Gli altri studenti del terzo anno sembravano incapaci di rispondere. Probabilmente sapevano della tensione tra Nagumo e Horikita Manabu e non volevano essere coinvolti.

“Bene. Decidiamo giocando a carte.”

“Siamo d’accordo?” 

Keisei, con qualche leggera riserva, si voltò verso gli studenti del primo anno nella stanza e chiese. 

Ishizaki, Hashimoto annuirono in approvazione. Anch’io feci lo stesso. E poi gli altri studenti annuirono, con un leggero ritardo. Con la sola eccezione di Kōenji. 

“Kōenji, sei contrario a questo?”

Nagumo avrebbe dovuto semplicemente ignorarlo. Il loro piccolo scambio in palestra questo pomeriggio probabilmente gli fece venire voglia di stuzzicare l’orso.

“Non approvo né disapprovo. La maggioranza ha già parlato.”

“Non mi interessa la maggioranza. Voglio sapere cosa pensi ti.”

“Allora permettimi di rispondere, presidente del consiglio studentesco. Non ho il minimo interesse per questo scambio. Non mi interessa abbastanza per approvare o obiettare. Questo ti soddisfa?”

I commenti di Kōenji sembravano destinati a causare altri problemi. Tuttavia, Nagumo si lasciò andare a una risata inaspettatamente amabile.

“Perché non ti unisci al consiglio studentesco, Kōenji? Mi piacerebbe avere a bordo una persona interessante come te. Da quello che ho sentito, sei abbastanza capace quando si tratta di studi e sport.”

Tutti nella stanza, compresi quelli del terzo anno, erano scioccati da questo. No, Kōenji era l’unico che non cambiò espressione. 

“Beh, questo è piuttosto spiacevole. Non ho alcun interesse nel consiglio studentesco.”

“Immagino di no. Beh, sei sempre il benvenuto. Se ti capita di sviluppare un interesse, chiamami.” 

Sembra che Nagumo non si aspettasse che Kōenji accettasse immediatamente fin dall’inizio. 

“Allora, giochiamo a carte?”

Nagumo distolse lo sguardo da Kōenji e ce lo propose ancora una volta. 

“Cosa giocheremo esattamente?”

“Vediamo, perché non giochiamo ad Asino? L’ultimo che tiene il Jolly perde. Due per ogni anno scolastico parteciperanno. Sei di noi in totale per questa partita.”

Non avevo molta familiarità con le carte da gioco, ma Asino era qualcosa che conoscevo persino io. 

“Gli studenti partecipanti sono liberi di scambiarsi. Basta che non cambino nel mezzo del gioco.”

Nagumo disse così e iniziò a mischiare le carte. Una volta finito, passò le carte agli studenti del terzo anno in modo che anche loro potessero mischiare. Per assicurarsi che nessuno potesse manomettere le carte, il mazzo fu poi consegnato agli studenti del primo anno per mischiarle. 

Keisei, mentre mischiava le carte, cercò un altro studente che fosse disposto a partecipare. Poiché nessuno si offrì volontario, Hashimoto alzò la mano con rassegnazione e scese dal suo letto. 

Parte 8

E proprio così, il nostro gioco ad Asino con il primo, secondo e terzo anno iniziò. Essere costretti a preparare la colazione implicava svegliarsi presto. Dal momento che ogni anno scolastico era programmato per fare due turni ciascuno, essere in grado di vincere cinque turni e perderne solo uno porterebbe ad un risultato favorevole. Nel peggiore dei casi, vincere quattro turni e perderne due sarebbe comunque accettabile. 

“Giocare a carte in silenzio non è molto divertente, quindi chiacchieriamo.”

Nagumo propose ciò. 

Avendo ricevuto il mazzo che Keisei aveva mischiato, Nagumo iniziò a distribuire le carte. 

“Io distribuirò le carte per il primo turno, ma a partire dal secondo turno, il perdente dovrà mescolare e distribuire le carte.”

Tutti annuirono in assenso. Nagumo non mi aveva guardato una sola volta da quando era entrato nella stanza. Probabilmente significava che anche se ci eravamo già incontrati durante le vacanze invernali, a quanto pare non esistevo per lui.

“Oh, quelli del primo anno che non stanno giocando… rilassatevi. Fate finta che non siamo qui. Essere sempre nervosi intorno ai senpai influenzerà il vostro rendimento questa settimana.”

Nagumo poteva dirlo, ma noi non potevamo essere rilassati come lo eravamo stati poco prima. Tranne Kōenji, che li ignorò completamente e andò a dormire.

Dal letto in basso, decisi di osservare la partita in corso. 

“Anche se è solo un gioco, non possiamo perdere contro quelli del primo anno, senpai.”

“Purtroppo non sono un tipo fortunato. Non contare troppo su di me.”

“Andrà bene. Credo che i miei senpai siano tutti piuttosto forti. Non perderai la prima o la seconda partita.”

Nonostante questo fosse un gioco in cui il caso dettava gran parte del risultato, Nagumo era pieno di fiducia. 

Il primo turno procedette senza intoppi e ben presto furono a metà della partita. 

“Fatto.”

Ishikura si liberò con successo di tutte le sue carte. Il vicepresidente Kiriyama era il prossimo, e Nagumo era terzo. Il secondo anno ottenne rapidamente la vittoria, aggiungendo pressione al primo anno.

“Fatto.”

Hashimoto mise giù due carte con numeri corrispondenti, inchinandosi al terzo anno mentre lo faceva. Ora gli unici giocatori rimasti erano Keisei e Tsunoda del terzo anno.

Per essere una partita così tesa, i giocatori sembravano piuttosto calmi. Keisei aveva ancora due carte e Tsunoda una. In altre parole, Keisei era quello che aveva il Jolly. Se lo studente del terzo anno avesse scelto il jolly, Keisei avrebbe vinto. Ma dopo qualche riflessione, Tsunoda scelse la carta vincente.

“Questo è tutto.”

“Ho perso”.

Il primo turno finì con la sconfitta di Keisei. Gli studenti del primo anno dovevano fare colazione almeno una volta.

“Manteniamo la calma. Perdere una o due volte non è un grosso problema.”

Hashimoto disse questo a Keisei come per sollevargli il morale. Keisei rispose con un cenno del capo, ma sembrava scusarsi per aver perso. Probabilmente era preoccupato di perdere un altro round.

“Ehi, te l’ho già detto, no? Chi perde raccoglie le carte e le distribuisce.”

“Mi dispiace.”

Keisei, che l’aveva dimenticato, prese le carte in panico. La seconda partita iniziò subito dopo. Dalla mia posizione, potevo vedere la mano di quello del terzo anno. Aveva in mano un Jolly. 

Tenne il Jolly fino a metà della partita, ma dopo un po’ di tempo passò ad un altro studente. 

E poi… i due giocatori rimanenti finirono per essere Kiriyama e Keisei. Keisei non poteva fare a meno di sembrare incredibilmente nervoso per essere alla resa dei conti uno contro uno per la seconda volta di fila. Inoltre, a giudicare dal numero di carte rimanenti, sapevo che Keisei aveva in mano il jolly. Esitante, Kiriyama afferrò lentamente una carta. Keisei fece del suo meglio per mantenere una faccia da poker, ma vedendo la carta che gli veniva tolta, la sua faccia cadde. E nel giro di pochi minuti, il primo anno subì due sconfitte consecutive.

Yahiko, che aveva osservato l’evolversi della situazione, fece segno a Keisei che era il momento di cambiare.

“Probabilmente è meglio così.”

Dopo queste parole di Nagumo, Keisei si scambiò obbedientemente con Yahiko. 

“Non sono bravo in giochi come questo. Scusa, contiamo su di te.”

Keisei, che aveva la responsabilità delle perdite consecutive, osservò la battaglia del primo anno da dietro. Naturalmente, anche Yahiko era probabilmente nervoso di affrontare i senpai. Tuttavia, forse perché era abituato a trattare Katsuragi con la deferenza dovuta a uno studente più grande, sembrava relativamente calmo. Ma questo potrebbe non avere un grande effetto sul risultato della partita. Non sapevo quanta abilità fosse coinvolta, ma probabilmente era necessaria almeno un po’ di fortuna per non pescare il jolly.

“Penso che sia il momento di lasciarne una al primo anno.”

Disse Nagumo, forse dispiaciuto perché aveva vinto due volte consecutive. 

“A proposito, Ishikura-senpai, come va il club ultimamente?”

“Pensavo non ti interessasse il basket.”

“Non è così. Certo, il mio interesse non è equivalente a quello per il calcio.”

“Abbiamo avuto alcuni studenti del primo anno piuttosto atletici che si sono iscritti, quindi potremmo aspettarci delle buone cose l’anno prossimo. Non abbiamo ottenuto molto quest’anno, per quanto sia patetico ammetterlo, come capitano.”

Diversi del primo anno si erano uniti, ma probabilmente si riferiva a Sudō, la cui abilità aveva attirato l’attenzione anche di un terzo anno diplomato.

“Non vedo l’ora.”

“Sembra che tu stia dedicando tutto il tuo tempo al consiglio studentesco. Non hai sentimenti persistenti verso il calcio?”

“Non è che puntassi a diventare un professionista. Inoltre, posso continuare a giocare a calcio dove voglio. È solo che essere presidente del consiglio studentesco qui era davvero allettante.”

“È un bene che tu ti stia impegnando come presidente, ma non mi piace che tu ti metta a litigare con Horikita.”

“Cercare di litigare non è mia intenzione. Voglio semplicemente che il mio senpai mi riconosca, soprattutto perché lo ammiro da molto tempo. Questi sentimenti puri sono tutto ciò che ho.”

Ishikura diede un’occhiata a Nagumo, ma poi tornò immediatamente verso le sue carte. 

“Sono il primo questa volta.”

Scartando agevolmente tutte le sue carte, Ishikura finì per essere il primo vincitore. 

“Anch’io ho finito.”

Subito dopo, anche Yahiko sembrava aver scartato le sue ultime due carte.

Per la vittoria del primo anno, Hashimoto doveva farcela. Le sue carte sembrano diminuire costantemente, ma alla fine, ciò che contava era chi aveva il jolly.

“Bene.”

Dopo che un altro studente del secondo anno si classificò terzo, anche Hashimoto si liberò delle sue carte.

“Oh, ho, sembra che gli studenti del primo anno siano sopravvissuti questa volta. Congratulazioni.”

“Grazie mille, Nagumo-senpai.”

Alla fine rimasero il presidente del consiglio studentesco, Nagumo, e Tsunoda del terzo anno. Tuttavia, Nagumo era in vantaggio, con il 50% di possibilità di vittoria.

“Ecco.”

Nagumo disse questo mentre afferrava la carta sulla destra senza alcuna esitazione. 

Tuttavia, quello che finì per afferrare fu il Jolly. 

“Peccato.”

Tsunoda del terzo anno, scelse la carta sulla destra proprio come fece Nagumo.

“E con questo si conclude la partita.”

Di conseguenza, il Jolly rimase in possesso di Nagumo e il secondo anno finì per subire una sconfitta. 

“Sembra che io sia stato battuto. Va bene, cominciamo la quarta partita?” 

Nagumo iniziò a prepararsi per la prossima partita. 

“Voi del primo anno avete finalmente vinto una partita, che ne dite di perdere anche questa volta? Voglio dire, noi siamo i vostri senpai. Vorrei che voi prendeste il nostro posto.”

Dicendo questo, Nagumo iniziò a distribuire le carte. 

“Se ricordo bene, Sudō è della 1-D, vero? Chi è della 1-D qui?”

Mentre le carte venivano distribuite, Ishikura lo chiese e rivolse lo sguardo verso noi del primo anno. 

“Ahh, siamo noi i compagni di classe di Sudō.”

Keisei disse così guardandomi. E poi aggiunse subito questo. 

“Solo una cosa, a partire da questo mese siamo stati promossi in 1-C.

Non mi aspettavo che si preoccupassero molto di quello che succedeva negli altri anni scolastici, ma quando Keisei lo disse, Ishikura sembrò impressionato.

“Così siete stati promossi dalla sezione D alla sezione C, eh? È impressionante.”

“Però sembra che l’ex 1-D abbia finito i punti classe subito dopo aver iniziato in questa scuola.”

“Eppure sono riusciti comunque ad essere promossi. Com’è il divario tra voi e la 1-B?”

Quando Ishikura chiese questo, Keisei smise di rispondere. 

“Per favore, lascia perdere. Questo gruppo comprende tutte le classi; non dovrei aggiungere benzina sul fuoco.”

Si scusò. Certamente, questo non era un argomento da sollevare in un posto come questo. Per Ishizaki e gli altri della 1-D che erano rimasti indietro, e per la 1-B, questo sicuramente non era un argomento divertente da discutere. 

Alla fine, il primo anno parlò a malapena, mentre Nagumo e il terzo anno mantennero viva la conversazione. Era il quarto turno. Dopo che quattro dei sei giocatori avevano finito, Nagumo terminò la partita.

“I giocatori rimasti sono due del primo anno, eh? Non c’è più bisogno di giocare fino alla fine, giusto?”

Non importa chi avrebbe vinto, fu comunque una nostra perdita. Yahiko e Hashimoto rimisero le carte rimanenti nel mazzo. Anche se eravamo riusciti a battere una volta il secondo anno guidato da Nagumo, il primo anno perse comunque tre volte. Inizialmente, avremmo dovuto preparare la colazione solo due volte. Ma grazie a queste partite ad Asino, quel numero aumentò. 

Più perdevamo, più il nostro fardello diventava pesante.

“Forse dovrei fare a cambio”

Hashimoto chiese un cambio con un altro del primo anno e si dimise. Nessuno sembrava disposto a sostituirlo, però, con la sensazione di sconfitta che pendeva pesantemente nell’aria.

“Non voglio perdere tempo. Non importa chi, basta che si unisca. Tu.”

Stavo osservando le partite quando Nagumo mi guardò e mi fece cenno di avvicinarmi. Naturalmente, vorrei rifiutare, ma questa non era esattamente una situazione in cui potevo permettermi di farlo. 

Indipendentemente dal fatto che mi avesse chiamato intenzionalmente o casualmente, dovevo accettare.

“Scusa, Ayanokōji. Conto su di te.”

“Ok.”

Beh, tre del primo anno avevano già giocato. Non era così strano che fossi stato scelto anch’io. 

Inoltre, questo era solo per divertimento. Vincere o perdere, era solo un gioco normale. Mentre ci scambiavamo di posto, Yahiko mi chiese di distribuire le carte.  Mescolando le carte, le distribuii goffamente. 

“Bene, questa è la quinta partita. Penso che sia ora che i ragazzi del terzo anno perdano. Forza, primo anno.”

Nagumo disse parole rudi di incoraggiamento. Guardai le carte nella mia mano e valutai la situazione. Quando lo feci, molte di quelle carte avevano lo stesso numero, ma finii anche per avere il Jolly. 

A meno che non passassi quella carta a uno del secondo o terzo anno, non avevamo alcuna possibilità di vincere. 

Non avevo molta familiarità con le carte da gioco, ma una cosa mi incuriosiva.

In un certo senso, avere il jolly proprio all’inizio potrebbe essere una buona cosa. Mentre finivo di valutare la mia mano, la partita iniziò, e le persone presero le carte secondo il loro turno in ordine. Sembrava che nessuno avrebbe pescato il jolly da me.

Di tanto in tanto, uno dei senpai metteva le dita sulla carta ma poi ritirava immediatamente la mano. Tuttavia, durante il quinto turno, qualcuno finalmente mi prese il jolly. Il senpai che lo prese mi guardò per un istante, ma poi riprese subito la sua compostezza e riprese il gioco. 

Questa volta, Yahiko fu il primo a finire, e io arrivai secondo. Il primo anno finì per primo.

“Il primo anno ha vinto questa volta, eh? Forse le maree sono cambiate.”

La partita si concluse con un uno contro uno tra i rimanenti del terzo anno. Esattamente quello che Nagumo aveva sperato, probabilmente. Mancava una partita. Come primo anno, volevo evitare di perdere di nuovo.

“La prossima partita è l’ultima.”

“Ci penso io.”

Mentre Ishikura iniziava a distribuire le carte, Kōenji parlò a Nagumo. 

“Presidente Nagumo.”

“Cosa c’è, Kōenji? Hai finalmente voglia di partecipare?”

“Mi sento un po’ curioso. Come prevedi che finirà questa partita finale?”

Lo disse con arroganza, ma Nagumo non ci fece caso e ascoltò solo quello che aveva da dire. 

“Come finirà?”

Nagumo, mentre guardava le carte che venivano distribuite, diede un’occhiata ai partecipanti. 

“Anche se questo è solo un gioco, i senpai sono esperti. È improbabile che i primi anni vincano.”

Rispose. E con questo, Kōenji rise e chiuse gli occhi come per soddisfazione. 

Con ogni probabilità, la maggior parte non capiva l’intenzione dietro la domanda di Kōenji. Solo i senpai avevano capito la situazione. Mi tormentavo su cosa avrei dovuto fare. Se mi fossi affidato solo alla fortuna, avrei quasi sicuramente perso. Tuttavia, se avessi cercato di influenzare i risultati, avrei potuto finire per attirare l’attenzione di Nagumo.

Controllai le mie carte. Una delle carte che avevo in mano era il temuto jolly. Dovevo liberarmene se volevo evitare la sconfitta.

“Mi piacerebbe lasciare il primo anno con tre sconfitte. Ma mi va bene anche quattro.”

Le parole di Nagumo non sembravano dette a caso. La partita finale iniziò in senso orario. Ogni giocatore scartò due carte. In un minuto o due, il risultato sarebbe stato deciso.

Parte 9

“Spiacente, matricole, ma ho finito per primo.”

Il primo a finire fu Tsunoda. Il prossimo fu Kiriyama. Rimanevano noi studenti del primo anno, Nagumo e Ishikura. Il jolly era ancora nella mia mano. Alla fine, decisi di rinunciare a vincere. Continuai semplicemente a giocare in silenzio senza fare molto. 

Yahiko finì e tirò un respiro di sollievo. E poco dopo, anche Ishikura finì lasciandomi in un uno contro uno contro Nagumo. 

“Ayanokōji, non sembra che tu ti stia divertendo.”

“Non è vero. Ho solo difficoltà ad esprimermi.”

“Davvero? Sei stato pallido fin dall’inizio. Hai tenuto il jolly per tutto questo tempo, vero?”

Le osservazioni di Nagumo non erano davvero niente di straordinario. Dato che lui non aveva il jolly e io ero l’unico giocatore rimasto, ovviamente sapeva cosa significava.

“Potrebbe essere così.”

Conversare con lui sarebbe stato solo fastidioso e così fui evasivo. 

Perché sapevo cosa voleva Nagumo da me. Voleva che gli rispondessi come aveva fatto Kōenji. Gli offrii silenziosamente le due carte che avevo in mano. Una era il jolly, l’altra l’esatta carta di cui Nagumo aveva bisogno per vincere. 

Con ogni probabilità, Nagumo avrebbe pescato la carta vincente. Ma non capivo l’espressione del suo viso. Nagumo sorrise mentre allungava la mano. E poi…

“Buon per te, Ayanokōji. Ora hai una via d’uscita.”

Nagumo prese il jolly. 

“Questo è insolito. Ero sicuro che avresti pescato la carta vincente.”

Disse Ishikura a Nagumo.

“Alla fine, i giochi di carte si riducono alla fortuna. Quando si perde, si perde.”

Nagumo mischiò le due carte che aveva in mano e me le offrì. 

“Allora, scegli pure.”

Dal punto di vista di un estraneo, avevo una probabilità di cinquanta e cinquanta, ma non era proprio questo il caso. Anche se aveva preso le carte da una scatola sigillata, Nagumo era stato il primo a dare le carte. Probabilmente era stato allora che aveva segnato il jolly. Aveva usato un trucco. 

Non si noterebbe a prima vista, ma c’era un piccolo segno sul jolly. Era quasi invisibile. Ero arrivato a questa conclusione guardando la distribuzione delle vittorie. 

Nelle cinque partite finora, Nagumo aveva previsto in anticipo gli esiti, anche se, con gli inesperti del primo anno in gioco, non ci sarebbe dovuto essere modo di sapere come sarebbe andata una partita. Ma Nagumo fu evasivo, dicendo solo quale squadra aveva un’alta probabilità di vincere e quale no.

I senpai che avevano capito il trucco… no, che ne erano stati informati… avevano un vantaggio schiacciante. In ogni caso, questo era disgustoso. 

Da dove ero seduto, la carta sulla destra era segnata, il che significava che era il jolly. Non ci si poteva sbagliare, dato che era un marchio frettoloso e improvvisato che non era applicato alle altre carte. Se avessi scelto l’altra carta, però, cosa sarebbe successo? La risposta era semplice. Niente. Avrei appena vinto con una probabilità di cinquanta e cinquanta.

“Non riesco proprio a capire quale sia, quindi ne sceglierò uno a caso.”

Lo dissi e allungai la mano, ma Nagumo allontanò le carte. 

“Per favore, pensaci bene prima di scegliere.”

“Non so se pensarci bene servirà a qualcosa.”

“Eppure, insisto.”

Mi costrinse a riflettere a metà strada. 

“Capito, ci penserò un po’.”

Lo dissi mentre guardavo le carte. Naturalmente, non stavo davvero pensando. Rimasi in silenzio per circa due secondi e poi allungai la mano per prendere la carta vincente. 

“Mi piace quella sulla destra. Prendo quella.”

Una ragione come un’altra.

Questa volta Nagumo non mi fermò. Pescai la carta vincente.

“Scusa.”

Lo dissi mentre mettevo insieme le due carte e dichiaravo la mia vittoria. 

“Nagumo, hai perso.”

“Così sembrerebbe. Beh, comunque avevamo già programmato di preparare la colazione due volte, quindi non mi dispiace molto.”

Disse questo e poi raccolse le carte sparse in giro. 

“Comunque, è stato abbastanza divertente. Penso che io e te potremmo andare d’accordo, Ishikura-senpai.”

“… Chissà.”

Scartando le parole di cortesia di Nagumo, Ishikura lasciò la stanza. 

“Va bene se iniziamo con quelli del primo anno, vero? Per favore, occupatevene domani.”

“R-ricevuto. Grazie mille per oggi.”

Keisei ringraziò Nagumo. I senpai che avevano giocato a carte si alzarono e lasciarono la stanza. 

“Non sembra che abbiamo interagito molto con loro.”

Potevo capire il borbottio di Ishizaki. 

In definitiva, il gioco non aveva fatto altro che aumentare le responsabilità del primo anno. 


Capitolo 1

Capitolo 3

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