Volume 10: Prologo

Il Soliloquio di Yōsuke Hirata

Per me, i miei compagni di classe sono esistenze importanti.

…No, non è proprio così.

Per me, la mia classe è ciò che conta.

So molto bene la contraddizione di questa affermazione.

Per proteggere i miei amici importanti, devo proteggere la classe.

Se posso proteggere la classe, posso proteggere i miei amici.

La classe è un insieme di vari studenti. Ci sono tanti modi diversi di pensare quante sono le persone. Cominciano a litigare tra loro per le cose più insignificanti.

Per questo devo proteggerli.

Ad un certo punto, proteggere la mia classe diventò il mio dovere.

Tuttavia— questo non è il mio vero io.

Non sono mai stato al centro della mia classe in origine. Al contrario, la mia esistenza era quella di un’ombra.

Prendendo per esempio la 1-C, potrei dire di essere stato simile ad Ayanokōji-kun forse.

Per questo alcune volte vedo il me del passato che si sovrappone in lui.

Ma cambiai.

Dopo quell’incidente, era inevitabile farlo.

Quando ero piccolo, avevo un ottimo amico. Un amico che è stato insieme a me dall’asilo fino alle scuole medie. Era vittima di bullismo senza che me ne fossi accorto e finì per tentare il suicidio.

No, il fatto che sia ancora vivo è una pura coincidenza.

La sua morte non sarebbe stata per nulla strana.

Quel giorno.

Dal quel giorno in poi, la mia vità cominciò a cambiare.

Iniziai a pensare a come fermare gli atti di bullismo.

Ma fallii.

La classe era bloccata perché stavano facendo le scelte sbagliate. Le liti all’interno della classe cessarono, ma allo stesso tempo, anche i sorrisi. Ma comunque, ancora una volta, la stessa cosa stava per accadere proprio di fronte a me. Non potevo lasciare che si ripetesse lo stesso errore. Quella fu l’unica risposta che raggiunsi.

L’unico modo per proteggere questa classe.

Vale a dire—

La scena di fronte ai miei occhi mostrava i miei compagni di classe che mi guardavano con stupore nei loro volti.

“Horikita… sta’ un po’ zitta.” 

Parole che non contenevano nessun segno di intelligenza.

Volgari e pieni di violenza. Le mie stesse parole.

Una voce lontana dalla rabbia e dalla tristezza.

I miei compagni di classe, compresa Horikita-san, mi guardavano in modo strano.

Non importa.

A questo punto, non mi importa più.

Proprio alla fine di questo peggior esame speciale.

Io, io—


Illustrazioni

Capitolo 1

Indice

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